Altare dell’Annunziata
All’interno di una elegante edicola lignea finemente lavorata è l’immagine a mezzo busto protagonista del fatto miracoloso: l’Annunciazione. Sullo sfondo un affresco datato 1575, attribuito a Giovanni Antonio Pandolfi da Pesaro o a Ercole Ramazzani di Arcevia, raffigurante lo Spirito santo fra angeli e, in basso, San Feliciano e il beato Pietro Crisci; nella lunetta, il Padre Eterno tra cherubini.
Altare di san Giovanni Battista
Fu decorato dal Perugino, probabilmente intorno al 1508, con un affresco che rappresenta il Battesimo di Cristo, il cui prototipo illustre è quello dipinto dallo stesso pittore nel 1480, nella Cappella Sistina a Roma. Il soggetto dell’opera, caro quanto quella della Natività, rimanda al Battesimo di Cristo di Perugia, parte del Polittico di Sant'Agostino conservato nella Galleria Nazionale dell’Umbria) e a Battesimo di Città della Pieve (all’interno del Duomo dei Santi Gervasio e Protasio) . La composizione è tipica della fase tarda del Perugino: i due angeli in volo circondati da cherubini, presenti in quasi tutti gli affreschi del pittore, lasciano passare, al centro, la colomba dello Spirito Santo.
Sulle sponde del fiume altri quattro angeli, due in preghiera e due in ginocchio, fanno risaltare il nucleo della composizione, ossia Cristo e San Giovanni. Il secondo, con una cinta di arbusti al petto, vestito da un mantello viola, con un piccolo recipiente versa l'acqua sul primo, che è in preghiera. Le due figure centrali, lontane da archetipi forti e rudi, qui sembrano danzare sull'acqua e i lineamenti dolcissimi, quasi idealizzati, accompagnati dai colori tenui, tipici della fase tarda del pittore pievese, rendono la composizione, che è anche un capolavoro di prospettiva, un perfetto dipinto rinascimentale. L’affresco è in questo senso uno dei più emblematici prodotti della “maniera chiara” del Perugino, quella dove si mostra la sua eccezionale delicatezza e leggerezza di mano e dove figure e cose sembrano immerse in una vaporosità atmosferica assai suggestiva. L'ambientazione è probabilmente uno scorcio delle campagne intorno a Foligno: in questo caso il Giordano sarebbe il Topino. Sopra l'affresco è collocata una lunetta, sempre del Perugino, raffigurante l'Eterno tra due angeli adoranti. L’opera fu commissionata da Giovan Battista Merganti, come è attestato dall’iscrizione posta sotto la lunetta e dagli stemmi della famiglia in alto a sinistra.
Altare del Crocifisso
Eseguito da un artista locale, il Crocifisso realizzato in tela gessata presenta ai lati l’affresco della Madonna con Maria Maddalena e San Giovanni; nella lunetta Angeli piangenti. L’affresco è stato attribuito recentemente al francese Noël Quillerier che lo realizzò nel 1621, dopo che furono rimossi gli originali altari di San Michele e San Rocco.
Altare della Madonna di Loreto
Ora spoglio, anticamente custodiva la tela della Madonna di Loreto, trasferita nella Pinacoteca civica.
Altare della Deposizione
Si trova in sagrestia e raffigura il Compianto sul Cristo morto. Si tratta di una composizione piramidale abbastanza complessa composizione, con il Cristo seduto su una roccia, la Madonna, la Maddalena e San Giovanni evangelista. Sulla sinistra del gruppo è raffigurata una parete rocciosa in cui si apre il sepolcro con Nicodemo e un angelo. L’affresco, ora molto deteriorato, è stato in passato attribuito a Raffaello, a Lorenzo Lotto e ad Andrea Mantegna. La critica attuale è orientata verso i nomi di Giannicola di Paolo, del friulano Pordenone e del pavese Benedetto di mastro Gaspare (1511). Sulla sinistra del gruppo si vede una parete rocciosa in cui si apre il sepolcro con Nicodemo e un angelo.
I biglietti di ingresso per l’Oratorio sono acquistabili presso palazzo Trinci.
Per gli orari di ingresso:
http://www.museifoligno.it/i-musei/oratorio-della-nunziatella
Fonti:
Pietro Perugino e il Santuario della Nunziatella a Foligno a cura di Giordana Benazzi, Foligno, Orfini Numeister, stampa 2005