Grechetto and CDO wines of Orvieto
L’Orvieto DOC è tra i vini umbri più famosi e rappresenta la maggioranza dell’area vitata della regione. I vigneti che lo producono si trovano su entrambi i lati del Paglia, il fiume che scorre attraverso la città di Orvieto verso il Tevere. I terreni tufacei e il substrato roccioso, che contraddistinguono quest’area, oltre ad essere adatti alla realizzazione di cantine dove conservare il vino, contribuiscono in maniera profonda alla qualità del terroir locale. La storia La tradizione vinicola dell’Orvietano ha radici antiche. Gli Etruschi avevano scavato cantine nel massiccio di tufo che caratterizza la zona: nel fresco di queste grotte la fermentazione si completava solo dopo parecchi mesi, lasciando al vino un residuo zuccherino che contribuì notevolmente a decretarne il successo. I Romani lo esportarono fin nelle Gallie. E come forse pochi sanno, per secoli alcuni Papi della vicina Roma hanno apprezzato questo vino bianco, prodotto in prevalenza con uve di grechetto e procanico: Paolo III Farnese ne era particolarmente ghiotto, mentre Gregorio XVI volle addirittura che il suo corpo fosse lavato con questo vino prima di essere inumato.
Il vino Oggi la zona dell’orvietano prevede due distinte Doc che si sovrappongono per l’intero territorio: Orvieto; il bianco tradizionale, prodotto per secoli, oggi è un vino secco, con profumo di pesca e un profilo pulito e fresco. Il suo disciplinare – insieme a quello del rosso – è stato aggiornato verso un’ulteriore tipicizzazione dei vini, con la previsione di un minimo di 40% di grechetto (vitigno tipico della zona) e un minimo di 20% e massimo di 40% di trebbiano o procanico (nome dato nella zona al trebbiano appunto). Tra le tipologie della Doc Orvieto sono stati introdotti anche la Vendemmia tardiva e la Muffa nobile, due pregiati vini passiti da bacca bianca. Rosso orvietano; a seguito della semplificazione del disciplinare di produzione, per questa tipologia è previsto il tipo “Rosso orvietano o Orvietano rosso” ottenuto con uve Aleatico, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Canaiolo Rosso, Ciliegiolo, Merlot, Montepulciano, Pinot Nero, Sangiovese, da soli o congiuntamente per almeno il 70%. Il Grechetto È soltanto nel 1975 che, grazie a uno studio condotto dall’Università degli Studi di Perugia, si è riusciti a definire, almeno formalmente, le differenze tra le due tipologie di Grechetto maggiormente coltivate in Umbria, quello di Orvieto e quello di Todi. Appartenente alla famiglia dei Greci, è uno dei più antichi vitigni in Italia, arrivato probabilmente nella nostra penisola in epoche diverse ma proveniente dalla stessa macroarea geografica. È un vitigno molto diffuso in tutta la regione, spina dorsale della maggioranza dei vini bianchi prodotti tanto in provincia di Perugia quanto in quella di Terni, a partire proprio dalla Doc Orvieto. Il Grechetto, quando vinificato in purezza, dà origine a un vino giallo paglierino caratterizzato da lievi profumi fruttati e floreali, di buon grado alcolico e acidità. Tradizionalmente utilizzato in assemblaggio, soprattutto ad Orvieto, è un’uva che, per le sue naturali caratteristiche, si presta molto bene anche alla produzione di vini dolci. Suggerimenti Oltre ad assaggiare questi ottimi vini, potete visitare la splendida Orvieto. Appoggiata su una grandiosa rupe di tufo, la città sorge su un luogo che era abitato ancor prima degli insediamenti etruschi. Annessa allo Stato Pontificio nel XV secolo, fu per lungo tempo una meta prediletta da tanti papi romani. A testimonianza di questo suo ruolo centrale nella Chiesa è il Duomo, una delle più belle cattedrali in Italia e capolavoro dell’architettura gotica nazionale.