La decorazione pittorica che eseguì Signorelli nel Duomo di Orvieto lo consacrò tra i massimi pittori del Rinascimento italiano. L’artista fu chiamato ad Orvieto nel 1499 per decorare la cappella Nova poi divenuta di San Brizio, articolando in modo eccelso un tema noto, il Giudizio universale.
Il ciclo pittorico si distribuisce su tre registri: sulle volte delle due campate Signorelli porta a termine la decorazione delle vele iniziata da Beato Angelico e presto da lui abbandonata. Nel registro inferiore vengono rappresentate le scene del Giudizio universale: dell’Inferno, della Predica e i fatti dell’Anticristo, del Finimondo, de la Resurrezione della carne, del Paradiso distribuite lungo le pareti. Da un angolo della parete che narra i Fatti dell'Anticristo due figure vestite di nero, tradizionalmente identificate con Beato Angelico e Luca Signorelli, osservano le scene. Nel registro inferiore, Signorelli compone un vero e proprio ciclo iconografico dedicato agli Uomini Illustri i cui ritratti sono circondati da piccole scene a grisaille che illustrano brani delle loro opere.
Il capolavoro del pittore cortonese fu visto dai grandi come Leonardo da Vinci e Michelangelo Buonarroti che fecero una sosta ad Orvieto per visitare la Cappella Nova ammirando l’anatomia dei nudi dipinti da Signorelli.
Una curiosità: anche Freud si fermò ad ammirare il capolavoro di Signorelli ad Orvieto. Visita che lo ispirò per lo studio del meccanismo psichico della dimenticanza. Vi consigliamo di leggerlo. Lo trovate nel primo breve capitolo del saggio “Psicopatologia della vita quotidiana”.
Nel Museo dell’Opera del Duomo è possibile ammirare la tavola con Santa Maria Maddalena dipinta dal Maestro nell’anno 1504.