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Castello di Montalfina

Una fortezza di razza a guardia del territorio umbro al confine con il Lazio, a 6 chilometri da Castel Giorgio.

Dritta come una sentinella a circa 600 metri d’altezza, là dove oltre mille anni fa fu costruita a scopo difensivo, il suo nome deriva da mons ad fines e significa “ monte al confine”, perché si erge nel Comune di Castel Giorgio, in provincia di Terni, a pochi chilometri dalla provincia di Viterbo. Per la sua storia e la sua elegante presenza sul territorio, è entrata nel censimento dei Luoghi del cuore del Fai, tra quei beni e quelle località del nostro Paese da non dimenticare. La struttura che oggi potete ammirare, placidamente immersa nella campagna a 6 chilometri da Castel Giorgio, è realizzata in pietra rossa locale, con una pianta rettangolare, cinque torri e una facciata con portale e finestre incorniciati da bugnato. Al centro dello spazio erboso che la circonda fanno scena un pozzo trecentesco, una chiesa neoclassica e alcuni caseggiati, un tempo adibiti a magazzini, granai, scuderie e alloggi per la servitù.  Non fatevi tuttavia ingannare da questo quadro che sprizza armonia e bellezza. Come tutte le fortezze di “razza”, anche il castello di Montalfina conserva nella memoria delle sue pietre più antiche storie di assedi e distruzioni.  Secondo la leggenda, le sue fondamenta le pose fra il 756 e il 774 l’imperatore longobardo Desiderio che fece erigere la torre centrale; in seguito, l’edificio fu saccheggiato da Arrigo, figlio del Barbarossa e quindi ancora depredato e menomato dai briganti e dai militari orvietani. 
La sua ricostruzione avvenne per mano dalla famiglia Monaldeschi, che mantenne la proprietà in modo discontinuo per circa un secolo.  Tra sanguinari colpi di scena, nel 1442 il castello fu conquistato da Antonio Coletta, capitano delle truppe di Francesco Sforza mentre nel 1505 un violento terremoto lo rese inagibile. Alla fine del ‘500, sotto gli Sforza Monaldeschi che lo ricevettero in eredità, fu trasformato in una dimora residenziale. In seguito, nei primi anni dell’800, passò alla famiglia Ravizza che lo ristrutturò in solide forme semplificate con minimi dettagli, secondo i canoni dello stile purista: quello che attualmente è possibile ammirare e che rende speciale la struttura, sospesa tra il verde della campagna e l’immenso del cielo.  Gli attuali proprietari hanno provveduto ad eseguire interventi di restauro architettonico e di consolidamento e hanno fatto del Castello il centro di una vasta tenuta agricola.  
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