Rocche albornoziane
Un viaggio alla scoperta delle Rocche Medievali realizzate dal cardinale spagnolo
Maestose e austere, queste fortezze dominano ancora oggi le città dove furono realizzate, testimoni dell’impresa di Egidio Albornoz, cardinale spagnolo che ne coordinò la realizzazione per riaffermare il potere dell’autorità papale sui possedimenti dello Stato Pontificio. Chi era Egidio Albornoz? Gil Álvarez Carrillo de Albornoz nasce nel 1310. Il padre era un discendente del re spagnolo Alfonso V di León, mentre la madre apparteneva alla casa reale degli Aragona. Nominato cardinale nel 1350 da Papa Clemente VI, sotto Papa Innocenzo VI Albornoz ricevette il prestigioso incarico di consolidare i possedimenti e il potere dello Stato Pontificio. La sua azione era volta a contrastare le ribellioni di alcune città del centro Italia che, approfittando del periodo in cui la sede papale non si trovava più a Roma durante la cattività avignonese, si erano ribellate al controllo pontificio. Egidio Albornoz riuscì nell’impresa grazie alla realizzazione di imponenti rocche difensive, spesso affidata a celebri architetti, divenute simbolo della restaurazione dell’autorità papale. In Umbria le città di Assisi, Spoleto e Narni ospitano alcune delle più belle Rocche “Albornoziane”, mentre quelle di Todi e Spello e Piediluco sono andate quasi interamente perdute. A testimonianza del suo operato, che ha lasciato numerose opere difensive in tutta la regione, resta anche la poderosa cinta muraria di Bettona, danneggiata durante l’occupazione del paese da parte di una coalizione di perugini, senesi e fiorentini.