Monteleone di Spoleto, il ‘Leone degli Appennini’
Monteleone di Spoleto, con i suoi 978 metri s. l. m., è il Comune più alto dell’Umbria. Annoverato tra i ‘Borghi più belli d’Italia‘, si connota come un tipico castello d’altura. Insiste nel territorio del Parco Naturale del Coscerno - Aspra: è inserito dunque in un contesto ambientale assai suggestivo, tra boschi di faggio e roverella, valli, pascoli e campi coltivati. In particolare, la coltivazione tipica del suo territorio è il farro, di una qualità molto antica, che nel 2010 ha ottenuto il DOP.
Origini millenarie e ritrovamenti preziosi
Abitata fin dall'età del Bronzo, Monteleone è stato un importante centro etrusco, come testimoniato dai ritrovamenti nelle vicinanze. Il più importante tra questi è stato realizzato agli inizi del Novecento in località Colle del Capitano, a circa 3 km a nord-est dall’abitato attuale, ed ha portato alla luce una vasta necropoli utilizzata dall'età del Bronzo al VI secolo a.C. Il rinvenimento più prezioso è rappresentato dalla tomba principesca a tumulo con un ricchissimo corredo, di cui faceva parte una biga con decorazioni in bronzo lavorato a sbalzo. Attualmente, l’oggetto è conservato presso il Metropolitan Museum of Art di New York, ed è al centro di aspre contese tra il Museo statunitense e il Comune umbro, che da tempo ne ha chiesto la restituzione.
In seguito, la cittadina cadde in mano ai Romani, che vi edificarono il centro di Trebia, attualmente identificabile con la frazione Trivio.
Il Medioevo e le sue invasioni
La conformazione attuale del centro abitato è da far risalire all’età alto medievale: nel 880 il conte Attone, della nobile famiglia romana degli Arroni, dopo aver fondato il castello omonimo, estese i suoi possedimenti nel territorio circostante, facendo costruire a presidio di questo il castello di Brufa, a tutti gli effetti il primo nucleo di Monteleone. Il castello venne più volte distrutto e riedificato, e nel 1265 ceduto definitivamente al Ducato di Spoleto, che ne mantenne a lungo il dominio e gli diede il nome attuale.
Solo nel 1535 gli abitanti di Monteleone osarono ribellarsi al dominio del potente Ducato umbro. La reazione degli Spoletini fu terribile: non riuscirono a sottomettere nuovamente i fieri monteleonesi, ma si vendicarono distruggendo casali e mulini, depredando terre e raccolti. Nel 1559, infine, papa Pio IV tolse definitivamente Monteleone dai possedimenti di Spoleto e lo pose sotto il dominio della Santa Sede. Libero dal dominio spoletino, il borgo conobbe un periodo di grande prosperità tra il XVI e XVII secolo. Purtroppo un terremoto di forte intensità distrusse parzialmente Monteleone nel 1703, procurando numerose vittime e causando addirittura la deviazione delle acque del fiume Corno. Da allora cominciò il lento declino e spopolamento della cittadina, che nel 1860 entrò a far parte del Regno d’Italia e seguì le sorti e la storia della nazione.
Visitare il borgo, tra mura medievali e antiche chiese
Il centro storico ha conservato l'assetto urbano tipico del castello di poggio, circondato da tre cerchi di mura, visibili per buona parte, con elementi fortificati e porte, mentre le vie interne mantengono le caratteristiche dei borghi medievali. Caratterizzato dalla tipica pietra locale bianca e rossastra, è nettamente distinto in due parti: una più alta, di età alto-medievale, ed una più bassa, realizzata tra il XV e il XVII secolo. Sono conservate le quattro porte medievali di accesso al borgo antico e la bella torre dell’orologio, del XIII secolo, che sovrasta la piazza del mercato e svetta sul quartiere rinascimentale più in basso.
Il gioiello di Monteleone è senza dubbio la biga, un carro da parata straordinario prodotto di officine etrusche e datato intorno al 540 a.C. Il telaio in legno di noce è rivestito da lamine di bronzo dorato lavorate a sbalzo con episodi legati alla figura dell'eroe greco Achille. La biga faceva parte di un ricco corredo sistemato nella tomba a tumulo del principe locale e oggi rappresenta il pezzo più prestigioso della collezione etrusca del Metropolitan Museum di New York, dove viene menzionato come "Golden Chariot", Carro d'Oro. Come si è detto, del prezioso manufatto si è chiesta invano restituzione: oggi a Monteleone di Spoleto è visibile una copia a grandezza naturale nel Museo della Biga, ospitato nei sotterranei del complesso di San Francesco. La copia è stata realizzata dalla scuola d’arte di Giacomo Manzù nel 1985.
Il complesso di San Francesco appartiene alla fine del Duecento, ed è formato dalla chiesa e dall'annesso convento. L'interno presenta una struttura inusuale, con due navate di diversa ampiezza e copertura e dispone di una porta di accesso al chiostro, che porta al Museo della biga. Nella chiesa e nel chiostro sono lacerti di affreschi del Trecento e tele del Quattro e Cinquecento.
Interessanti anche il complesso di Santa Caterina, che ha la forma di un ovoide generato da quattro triangoli equilateri intersecantesi tra loro, la chiesa di San Nicola, con le pale dell'altare attribuite al Ghezzi e al Masucci, e il bel palazzo quattrocentesco Bernabò, a due piani con altana centrale.