Gubbio

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La Città dei Ceri

Cenni Storici

L’antica città di Gubbio, Ikuvium o Iguvium, fondata dagli Umbri ai piedi del Monte Ingino, fu tra i centri più importanti dell’Umbria antica che, nella ripartizione di Augusto del I sec a C., era limitata ad ovest dal Tevere ed estesa ad est fino all’Adriatico.

Le preziose Tavole Iguvine (III – I Secolo a.C), sette tavole bronzee inscritte in lingua umbra con ampie descrizioni di riti religiosi ed indicazioni sull’ordinamento della città, sono la più importante testimonianza degli antichi Umbri. Rinvenute nel 1444 da una contadina nei pressi del Teatro Romano, furono acquistate poi dal Comune nel 1456 con atto notarile e oggi conservate nel Palazzo dei Consoli.

Nel 90 a.C. divenne municipio Romano ma, già nel III sec. a.C., Gubbio aveva stipulato accordi con Roma per la fornitura di contingenti militari. La vicinanza con il passo appenninico di Scheggia e con la Flaminia che l’attraversa contribuirono certamente alla sua fortuna.

Dal V sec subì occupazioni e distruzioni (Goti, Bizantini Longobardi), nel XII secolo, liberandosi dall’autorità del vescovo, costituì un autogoverno comunale. Dal 1262 sino al 1350 ebbe un lungo periodo di pace e di prosperità, con grande sviluppo urbanistico tra cui le mura e gli imponenti Palazzi Comunali.

Nel 1384, dopo un trentennio di aspre lotte intestine con la Chiesa, venne occupata dai Montefeltro di Urbino, la dominazione di Urbino proseguì sino al 1631 con i Della Rovere. Fu un periodo d'oro per la città che fiorì culturalmente e artisticamente. La decadenza economica e politica ricominciò con la nuova sottomissione allo Stato della Chiesa. Nel 1860, poco dopo l’annessione al Regno d’Italia, Gubbio fu aggregata all’Umbria.

Dalla città romana all’architettura rinascimentale passando per palazzi gotici e scorci di medioevo

La città romana, di cui restano numerosi ed importanti reperti, si estendeva nella parte pianeggiante di Gubbio alle pendici del Monte Ingino. Nell’area archeologica della Guastuglia, coincidente con un quartiere tardo-repubblicano, si trovano i resti del Teatro Romano risalente al II-I secolo a.C. Del teatro, costruito con pietra calcarea lavorata a bugnato, restano le arcate dell’ordine inferiore e alcuni archi del secondo ordine. Nelle vicinanze, si trova l’Antiquarium, edificato sui resti di una domus romana, oggi sede di una mostra permanente che illustra lo sviluppo della città e del suo territorio attraverso materiali provenienti dagli scavi effettuati. Al suo interno la stanza più importante è lastricata con un mosaico policromo, raffigurante il mostro Scilla che cattura i compagni di Ulisse. 

Poco più avanti a Piazza Quaranta Martiri, in origine sede del mercato, inizia la città medievale. Tra gli edifici che la circondano l’Ospedale Santa Maria della Misericordia, un lungo stabile con porticato eretto nel 1326 e sormontato dalle Logge dei Tiratori, così chiamata perchè in passato veniva utilizzata per “tirare” i panni ossia per asciugare la lana tesa . Sulla piazza si affacciano numerose chiese, come la duecentesca Chiesa di San Francesco, che sembra sia stata costruita sui terreni della famiglia Spadalonga, che vestì San Francesco dopo l'abbandono della casa paterna.

Dalla parte bassa si può salire per arrivare a piazza Grande, un’imponente terrazza pensile, dove si affacciano i due edifici più importanti della città:  il palazzo del Podestà, montato su un unico pilastro ottagonale  centrale che regge le volte a crociera di ogni stanza e il gotico ed imponente palazzo dei Consoli, alto oltre 60 metri. Fu realizzato tra il 1332 e il 1338, ora è sede del Museo Civico e della Pinacoteca Comunale, che ospita le celebri Tavole Eugubine (III e I secolo a.C.): sette tavole in bronzo su cui è inciso il più importante testo in lingua umbra con un’estesa descrizione di rituali religiosi e con indicazioni sull’ordinamento della città-stato iguvina. Nell’esile ed elegante torre campanaria si trova la grande campana, detta “Campanone”, che risale al 1769 e pesa oltre 20 quintali. Il Campanone è la voce della città, quella che scandisce gli eventi più importanti dell’anno, a cominciare dalla Festa dei Ceri. Dalla terrazza di Piazza Grande si può godere di un magnifico affaccio sulla campagna sottostante.

A circa duecento metri dalla Piazza, percorrendo via dei Consoli, si raggiunge il trecentesco Palazzo “del Bargello” che secondo una tradizione non confermata sembra che fosse la residenza del Bargello, il magistrato incaricato del servizio di polizia della città. Di fronte si trova l’omonima Fontana che viene detta anche “fontana dei matti”. Girando tre volte intorno e bagnandosi con la sua acqua si riceve simbolicamente la "patente di matto”. Un rito, risalente all’Ottocento, che prende ispirazione dalle “birate”, i giri che fanno i Ceri in piazza Grande durante la Festa.

Nella parte alta della città sorgono, affrontati, il Duomo di Gubbio, dedicato a San Mariano e San Giacomo che fu costruito tra il XIII e il XIV secolo in stile prevalentemente gotico e l’elegante Palazzo Ducale, unico esempio di architettura rinascimentale, voluto da Federico da Montefeltro attorno al 1476 come residenza per la famiglia, sull’illustre esempio di quello urbinate. L’interno conserva alcuni arredi originari e una straordinaria replica dello studiolo di Federico (oggi al Metropolitan Museum di New York), rivestito di pannelli in legno intarsiati su disegni di Francesco di Giorgio.

Uscendo da porta Metauro, si raggiunge anche a piedi la Gola del Bottaccione, scavata tra il Monte Ingino e il Monte Foce. Il luogo ha un fondamentale valore geologico perché ha dato validità scientifica all’intuizione sull’impatto tra un enorme asteroide e la terra che segnò la scomparsa dei dinosauri e di altri mammiferi.

Proseguendo su un sentiero si arriva all’acquedotto medievale, che dal 1300 fino agli inizi del ventesimo secolo ha portato l'acqua a Gubbio. L’acquedotto, costruito ad oltre seicento metri di altezza si snoda sulle pendici ovest del Monte Ingino per circa 1,6 km e giunge nella parte alta della città a ridosso del primo insediamento medievale nei pressi di Palazzo Ducale.

Al di fuori del centro medievale, tramite una passeggiata a piedi di circa 2 km e 300 metri di salita, in MTB oppure con una funivia, si raggiunge la Basilica di Sant’Ubaldo, patrono di Gubbio. Qui vengono conservate le spoglie del Santo, insieme ai Ceri.

Non distante sulle balze rocciose del monte Foce è arroccato l’Eremo di Sant’Ambrogio, costruito nel 1311 per opera del vescovo eugubino Pietro Gabrielli che vi portò gli eremiti sparsi nel territorio, dando loro la regola di Sant'Agostino.

Appuntamenti a Gubbio

L’evento storico più importante di Gubbio è senza dubbio la Festa dei Ceri, una delle più antiche manifestazioni folkloristiche italiane, che si ripete ogni anno dal 1165, il 15 maggio, in onore di Sant’Ubaldo. Un evento che attira visitatori da tutto il mondo per le potenti emozioni che suscita. E ancora, sempre secondo tradizioni medievali, per vivere a pieno lo spirito eugubino, durante il periodo pasquale da non perdere è la suggestiva Processione del Cristo Morto, che affonda le sue origini nel lontano XIII secolo. Nel periodo natalizio, invece, si può ammirare uno spettacolo senza precedenti grazie all’Albero più Grande del Mondo.

Come arrivare

Il borgo è raggiungibile in auto attraverso Autostrada A14 Adriatica uscendo a Fano se si parte dal Nord Italia o uscendo ad Ancona – Nord se si arriva dal Sud Italia. In alternativa, si può scegliere l’Autostrada A1 del Sole con uscita ad Arezzo se si parte dal Nord Italia, oppure ad Orte se si giunge dal Sud Italia. Gubbio può essere raggiunta anche in treno con la linea ferroviaria Roma – Ancona, oppure la linea Firenze – Terontola – Perugia, scendendo alla stazione “Fossato di Vico-Gubbio”.

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