Tra la purezza dell'aria e l'abbondanza di erbe aromatiche che caratterizzano la zona tra Norcia, Preci e Spoleto, emerge un’affascinante tradizione: la norcineria.
Intesa come lavorazione del maiale, questa arte culinaria trova le sue radici in tempi remoti, ma le sue origini sono avvolte nel mistero. Alcuni ipotizzano che questa tradizione fu introdotta in Valnerina da una comunità ebraica dopo la distruzione di Gerusalemme nel 70 d.C.: non potendo mangiare la carne di maiale per motivi religiosi, dovevano conservarla per scopi commerciali.
Quello che si sa per certo è la rinomata qualità della carne, dovuta alla presenza nel territorio di rigogliosi boschi di querce e abbondanti ghiande, che costituiscono il nutrimento preferito dei maiali. Questa dieta naturale ha conferito una ricchezza di sapori alla carne dei suini. Inoltre, il clima secco del territorio ha sempre rappresentato un alleato prezioso per la conservazione delle carni, favorendo processi di stagionatura ideali.
Così, fin dal XIII secolo, i macellai della Valnerina, in particolare quelli di Norcia, hanno affinato le loro competenze nell'arte di tagliare, salare e insaccare il maiale. Questa tradizione, tramandata di generazione in generazione, ha permesso di portare la maestria norcina al di là dei confini regionali.
Il loro talento si è perfezionato anche grazie alla Scuola Chirurgica Preciana, fondata dai monaci benedettini dell'abbazia di Sant'Eutizio a Preci e riconosciuta dalla Chiesa nel 1215. Questa istituzione aveva come scopo principale la preservazione delle antiche conoscenze mediche e ha contribuito all'evoluzione delle tecniche chirurgiche attraverso l'introduzione di strumenti innovativi. Come è noto, l'anatomia dei suini veniva utilizzata in passato dai medici per esercitarsi nelle dissezioni e nelle pratiche chirurgiche, contribuendo allo sviluppo dell’arte della norcineria.
Scopriamo insieme tutte le specialità dei luoghi di questa tradizione.