Statua commemorativa in bronzo con un soldato e un angelo al centro di una piazza, con un edificio storico sullo sfondo.

Magione

La città senza mura

Situato sulla sponda orientale del lago Trasimeno, l’abitato di Magione non appartiene certo all’immaginario della cittadina umbra. Non è un centro d’altura, non vi sono le tipiche strutture in pietra che connotano buona parte dei centri della regione, e neppure quell’elemento costitutivo importante e identitario che sono le mura urbane. Nondimeno, l’abitato vanta origini assai antiche, risalenti al periodo etrusco-romano. L’assenza della cerchia muraria, in verità, assieme al nome, ne rivelano la natura di luogo di passaggio e di mercato. Le prime menzioni certe della cittadina risalgono al X secolo, e la indicano quale importante luogo di passaggio per i pellegrini da e per Roma attraverso il lago Trasimeno, Chiusi e Loreto (l’abitato si trova sul tracciato della via Lauretana).

Uno sguardo nella storia

Nei primi documenti noti è menzionato come Pian del Carpine, evidentemente per la fitta presenza nel territorio di quella specie arborea, la cui immagine campeggia ancora oggi nello stemma cittadino. Per assistere i numerosi pellegrini di passaggio, i Cavalieri dell’Ordine di Malta decisero di fondare a Pian del Carpine una “maison”, una “magione” destinata all’ospitalità e all’accoglienza: nel tempo, questa finì col dare il nome all’intero abitato. In seguito, la “magione” originaria si trasformò in una abbazia, e infine, per ragioni di sicurezza, i Cavalieri dell’Ordine Ospitaliero di Gerusalemme, subentrati nel Trecento ai Cavalieri di Malta, trasformarono questa in un vero e proprio castello. La costruzione assunse la sua forma attuale nel XV secolo, inglobando le strutture preesistenti. Magione venne asservita ben presto al potente Comune perugino, diventando un importante avamposto sulla strada per la Toscana e subendo per questo saccheggi e devastazioni. A tale proposito, i Magionesi ottennero da Perugia di poter realizzare un villaggio fortificato a difesa del territorio: nacque così il vicino abitato di Montecolognola.

Complotti ed esplorazioni geografiche

Nel castello che diede il nome alla cittadina, nel settembre del 1502 venne ordita la celebre congiura di Magione: un complotto ai danni del duca Valentino, al secolo Cesare Borgia, figlio naturale di papa Alessandro IV, le cui mire espansionistiche interessavano l’intera area del centro Italia. Così i suoi stessi accoliti, tra i quali erano i signori più importanti del territorio, decisero di tradirlo. Scoperta ben presto la congiura, il Valentino si vendicò facendo strangolare i suoi nemici a Senigallia. A ricordo dell’evento, viene organizzata d’estate una rievocazione teatrale che racconta i fatti storici nella suggestiva cornice del castello che li vide accadere.

Magione diede i natali, tra gli altri, al missionario francescano Giovanni da Pian del Carpine. Sebbene meno noto del ben più famoso Marco Polo, costui raggiunse la corte del Gran Khan, in Mongolia, fin dal 1245, più di vent’anni prima del viaggiatore veneziano. A importante testimonianza del suo viaggio, rimane il prezioso testo Historia Mongalorum (Storia dei mongoli), giunta in due redazioni.   

Nel 2005 è stata conferita alla città di Magione la Medaglia di Bronzo al Merito Civile per un episodio accaduto l’8 giugno del 1944 nella frazione rurale di Montebuono, di cui rimane a testimonianza un monumento commemorativo sul luogo degli eventi.

Una passeggiata per le strade della Magione, tra castelli medievali e affreschi futuristi

L'edificio più rappresentativo della città è il Castello dei Cavalieri di Malta, uno dei più belli dell'Umbria. La costruzione attuale venne realizzata nel Quattrocento dall’architetto bolognese Fioravante Fioravanti. Delle strutture preesistenti – ospizio per pellegrini e poi abbazia – rimane oggi la sola torre campanaria e altri lacerti nell’antica chiesa abbaziale, dedicata a San Giovanni Battista. Oggi il castello è una delle sedi dell’Ordine dei Cavalieri di Malta e rappresenta il cuore pulsante di una tenuta agricola che produce un ottimo vino, secondo l’antica vocazione del territorio.

Emerge dall’abitato la torre dei Lambardi, il simbolo della città. La torre risale al XIII secolo e pare debba il suo nome alla famiglia Lombardi, che ne divenne proprietaria nel Seicento. Edificata dal comune perugino per il controllo della viabilità tra Perugia e Cortona, venne utilizzata nel XIV secolo dai Cavalieri di Malta, che al tempo non potevano contare su una fortificazione. Se ne servirono dunque per la protezione dell’abitato e della badia, messa in comunicazione con il fortilizio da un camminamento. Nell’Ottocento, papa Gregorio XIX trasformò la torre ormai diruta in un convento femminile, che però ebbe breve vita: a causa di un grave terremoto, nel 1846 venne abbandonata e si ridusse in rovina. La torre, restaurata più volte, è oggi sede di mostre temporanee.

Interessante la chiesa di San Giovanni Battista, edificata nel 1571 su commissione del Gran Maestro dei Cavalieri di Gerusalemme, e ampliata nel 1836 dai Cavalieri di Malta. Presenta una maestosa facciata in stile barocco; venne arricchita nel 1948 da un ciclo di affreschi del pittore futurista Gerardo Dottori. Da vedere anche la chiesa della Madonna delle Grazie (1209), che conserva la "Vergine in Trono con il Bambino" (1371), dipinto attribuito ad Andrea Di Giovanni da Orvieto, e il Palazzo Comunale, edificato in stile neogotico nel XIX secolo su preesistenze medievali da Guglielmo Rossi; nella Sala del Consiglio è possibile ammirare altri affreschi di Gerardo Dottori che rappresentano La presentazione delle credenziali all’imperatore dei Mongoli da parte di fra Giovanni da Pian del Carpine e, nella fascia perimetrale, le Tredici frazioni del Comune di Magione (1948/1949).

Attorno a Magione, sulle sponde dell’”argenteo specchio”.

Nei pressi di Magione, merita una visita l’antico borgo medievale di Montecolognola, da dove si gode di una vista magnifica sul Trasimeno. Il castello, come si è detto, venne costruito nel 1293 dagli abitanti di Pian del Carpine, con il beneplacito del comune di Perugia. Rappresentò infatti un importante avamposto del territorio perugino, utilissimo per la sua difesa, tanto che nei secoli venne più volte assediato, saccheggiato e incendiato. Presenta una cerchia muraria di pianta ellittica, con cinque bastioni. Vi si aprono due porte, situate in posizione opposta sull’asse della strada principale: suddividono simbolicamente l’abitato in due aree, quella orientale dedicata al potere politico e quella occidentale al potere religioso. La chiesa del castello, del XIV secolo, è dedicata a Santa Maria Annunciata: conserva tracce di affreschi che vanno dal XIV al XVI secolo e una bella Annunciazione in maiolica, datata 1460. Nella sagrestia, a destra dell’altare, vi è un ciclo di affreschi con episodi della vita di Santa Lucia, eseguito da Gerardo Dottori nel 1949.

Degno di nota è anche il castello di Agello, che, con i suoi 411 metri di altitudine e la torre poligonale che svetta sull’abitato, risulta visibile da differenti punti di vista (“Agello brutto si vede dappertutto” recita uno scherzoso detto locale). Secondo la leggenda, ha dato i natali alla ninfa Agilla, figlia di Fauno, la cui infelice storia d’amore con Trasimeno, figlio del dio Tirreno, contribuì a dare il nome al bacino lacustre. Il castrum in verità ha origini romane: venne costruito con ogni probabilità nel 217 a. C., in occasione della battaglia del Trasimeno contro il generale punico Annibale. L’impianto del castello è costituito da quattro torri, attorno al quale si sviluppa la cerchia muraria medievale.

Sulla sponda sud del lago, alle pendici del bel bosco della Marzolana, si trova Sant’Arcangelo, costituito da sei agglomerati tra loro distinti, come in uso presso gli stanziamenti abitativi fondati da nomadi. L’abitato prende il nome dall’antica abbazia benedettina che lo sovrasta, di cui si ha notizia già dal 1014; ebbe nel XIV secolo il suo periodo di massimo splendore, prima di essere abbandonata per via della malaria e delle pestilenze. Oggi è proprietà privata. Sant’Arcangelo è anche sede del Centro ittiogenico del Trasimeno, che si occupa della riproduzione e dell’allevamento del pesce di acqua dolce. Nei pressi del centro abitato, in località “La frusta”, è l’interessante chiesa romanica di Santa Maria d’Ancaelle, con tracce di affreschi del XIII e XIV secolo. All’estremità dell’abitato, il punto panoramico della Posta di Braccio offre una splendida vista sul lago.

San Feliciano è un tipico borgo di pescatori. Ospita fin dal 1928 la Cooperativa dei pescatori del lago, ed è ancora oggi il centro di pesca più importante del Trasimeno. Nel 220, il vescovo Feliciano da Foligno soggiornò presso questo luogo; così all’indomani del suo martirio, gli abitanti, onorati da tale presenza, vollero intitolare al santo il loro villaggio. Una reliquia di San Feliciano è custodita presso la chiesa parrocchiale: viene esposta ogni anno il giorno della sua festa, il 24 gennaio. Nel XV secolo venne costruito presso il borgo un castello su imposizione del Comune di Perugia. Tuttavia, nel 1819, per fare fronte a una rovinosa piena del lago, venne abbattuta la porta d’ingresso del fortilizio: tale data segnò l’inizio del suo declino. San Feliciano è ai nostri giorni una ridente località di riviera lacustre, e ospita l’importante realtà del Museo della Pesca di San Feliciano. Nato nel 1974, offre una interessante ricostruzione delle attività tradizionali di pesca del Trasimeno e tante altre curiosità.

San Savino è un altro piccolo borgo fortificato dal Comune di Perugia nel XIV secolo, sorto sui resti di una antica abbazia dedicata al santo vescovo di Spoleto di cui porta il nome. Nei pressi si possono ammirare i resti quattrocenteschi del cosiddetto emissario di Braccio, fatto costruire dal condottiero Braccio Fortebraccio da Montone, signore di Perugia dal 1416 al 1424, per scongiurare gli allagamenti, così frequenti a quel tempo. Ivi, di grande interesse ambientale, è l'Oasi naturalistica "La Valle", posta all'interno del Parco Regionale del Trasimeno: dispone di un centro visite, un centro di documentazione del Trasimeno con testi naturalistici e scientifici, una stazione di inanellamento degli uccelli, una passerella in legno e osservatori per praticare il birdwatching.

Una visita a parte merita certamente l’incantevole borgo di Monte del Lago, arroccato su un promontorio a picco sul Trasimeno, tra Torricella e San Feliciano. Dall’abitato che si apre a ventaglio sul lago, si godono magnifici scorci e bellissimi tramonti. Vi si ammira la chiesa di S. Andrea, con resti di affreschi del XIV secolo, e le belle costruzioni ottocentesche di Villa Pompilj e Villa Schnabl Rossi. Nei pressi di Monte del lago, si possono ammirare le rovine del misterioso Castello di Zocco

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