Terni

Terni

La città dell’amore dal volto moderno

Situata nella parte sud-orientale dell'Umbria, circondata da un anfiteatro di colli, Terni si distende in una vasta pianura alla confluenza del fiume Serra con il fiume Nera. A partire dalla seconda metà dell'800, la città fu partecipe, tra le prime in Italia, di quella rivoluzione industriale che le ha valso l'appellativo di "Manchester italiana", grazie all'enorme fonte di energia delle Cascate delle Marmore.


STORIA

Di origini antichissime, il territorio fu un importante municipio romano col nome di "Interamna Nahars" ("terra tra due fiumi", il Nera e il Serra), come testimoniano i resti dell'Anfiteatro fausto: fu la patria, tra gli altri, dell'imperatore Marco Claudio Tacito e dello scrittore Cornelio Tacito.

Con i Romani visse un periodo di pace e prosperità grazie anche a grandi opere di bonifica delle aree paludose e allo sviluppo di una fiorente agricoltura.

A partire dal VI secolo, Terni, già divenuta cristiana per opera del suo protettore e vescovo Valentino, venne assalita e distrutta dai Goti e dai Bizantini, ai quali subentrarono i Longobardi (755 d. C.) che inserirono la città nel Ducato di Spoleto. Nel 1159 fu sottomessa e distrutta da Federico Barbarossa e presto ricostruita.

A lungo contesa fra Chiesa e Impero, dopo secoli di lotte e guerre con le città vicine e signorie esterne, dal 1420 entrò a far parte dello Stato Pontificio, sotto il cui dominio, fatta eccezione per il periodo napoleonico, rimase fino al 1860.

Nella seconda metà dell’800, lo sfruttamento delle acque della zona, della Cascata in particolare, determinò la nascita dell’industria siderurgica ternana. Nel 1929 si svilupparono le maggiori centrali: Galletto, Monte Argento, Recentino. Durante la seconda Guerra Mondiale la città e le sue fabbriche (‘per’ le sue fabbriche) subirono 108 bombardamenti. Tra l’agosto del ’43 ed il giugno del ’44, il 40% delle fabbriche e la parte orientale della città vennero distrutte.

 

ARTE, CULTURA, AMBIENTE

L'attuale assetto urbanistico e architettonico, prevalentemente moderno e dinamico, è frutto in gran parte degli interventi di ricostruzione effettuati dalla metà degli anni '50 dopo i pesanti bombardamenti subiti durante la seconda guerra mondiale.

Nonostante ciò, sono ancora visibili molte testimonianze del passato, come i resti dell'Anfiteatro, l'edificio per spettacoli realizzato nei primi decenni del I secolo d.C.

Tra gli edifici religiosi, la duecentesca chiesa di San Francesco con la cappella Paradisi affrescata dal folignate Bartolomeo di Tommaso (circa metà XV secolo) e il bel campanile di Angelo da Orvieto, ornato da bifore e quadrifore gotiche, il Duomo, originariamente del VI secolo e poi riedificato nel XVII su progetto del Bernini, l'antica chiesa di Sant'Alò, piccolo gioiello romanico, San Salvatore, sorta probabilmente su un preesistente Tempio del Sole di epoca romana, San Lorenzo e la chiesa di San Pietro, con un'interessante struttura absidale e il chiostro.

Molti i palazzi di pregio, come palazzo Spada, sede del Comune, edificato intorno alla metà del Cinquecento dal conte Michelangelo Spada su progetto di Antonio Sangallo il Giovane, e palazzo Mazzancolli, di epoca medievale, sede dell'Archivio di Stato di Terni.

Notevoli i siti e i monumenti dell'archeologia industriale, un itinerario singolare tra fabbriche e impianti dismessi oggetto di un articolato progetto di recupero: tra gli esempi si segnalano la Grande Pressa idraulica, usata per la lavorazione dell'acciaio, posta di fronte alla Stazione ferroviaria, e lo stabilimento di Papigno, convertito in studios cinematografici.

Terni è molto interessante anche per la sua architettura moderna: agli architetti Mario Ridolfi e Mario Fagiolo si deve piazza Tacito con la grandiosa fontana, corso del Popolo e largo villa Glori, mentre ad Arnaldo Pomodoro si deve l'opera Lancia di Luce, obelisco a base triangolare, un gigante di 105 tonnellate di acciaio diviso in quattro sezioni.

A Terni merita sicuramente una visita la Basilica di San Valentino, che custodisce il corpo del Santo, patrono degli Innamorati.

Nei dintorni, da non perdere, la Cascata delle Marmore, la più alta d'Europa, il lago di Piediluco, posto tra alture ricoperte di lecci, meta ideale per appassionati di velismo, canottaggio e sci acquatico. Sulle sponde del bacino si allunga il caratteristico paesino di pescatori con case colorate, mentre dalle acque del lago si eleva un monte di forma conica noto come Montagna dell'Eco per l'eccezionale fenomeno della ripetizione che può arrivare fino a due endecasillabi. Le zone umide del Recentino e di San Liberatore, infine, sono piccole oasi frequentate da flussi di uccelli migratori e danno vita ad un ecosistema ideale per flora e fauna.

Nelle immediate vicinanze merita una visita l'area archeologica di Carsulae, antico municipio romano sorto lungo il tracciato della via Flaminia: gli scavi e le ricerche hanno permesso di riportare alla luce una buona parte della zona del Foro, con i resti della basilica e di due templi gemelli, il Teatro, l'Anfiteatro e l'arco di San Damiano, oltre il quale si trovano dei monumenti sepolcrali molto interessanti. A fianco del Foro è stata costruita, con i materiali archeologici reperiti nella zona, la chiesa medioevale di San Damiano.

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