Parchi naturalistici e tematici
Trekking

Trekking sui Monti Sibillini

Alla scoperta dei tesori del parco umbro

Paesaggi naturali, storia e tradizioni antiche: un concentrato di bellezza e autenticità nel cuore dell'Umbria. Per assaporare al meglio ogni aspetto di questo magico territorio, non c'è niente di meglio di un'escursione a piedi o in bicicletta sui monti o nelle valli del parco dei Sibillini.

La varietà di vegetazione e le meravigliose distese di verde ci concedono l'opportunità di una vasta scelta per quanto riguarda le mete del nostro viaggio. Iniziamo subito consigliandovi il Lago Pilato, situato sul Monte Vettore in prossimità del confine con le Marche. Questo antico specchio d'acqua è legato a molte leggende del passato. Si narra che fosse infatti meta di negromanti, maghi e alchimisti, tanto che la Chiesa stessa proibì l'accesso a tutti i fedeli.

Secondo un'altra storia, questo è stato anche il luogo in cui è finito il corpo di Ponzio Pilato, condannato a morte da Tiberio. Non è quindi un caso se viene anche definito il Lago Averno, ovvero l'accesso al mondo degli inferi.

Da qui si arriva facilmente nella Valle Castoriana, attraversata dal torrente Campiano. L'ambiente è caratterizzato da piccoli villaggi, ruderi di castelli, salici e cipressi. Si prosegue poi verso il Monte Patino, dalle pendenze fortissime e dalle pareti rocciose. Da vedere è l'oasi di protezione faunistica che comprende la bellezza di 2400 metri di montagna. Qui, da tempi immemori, vivono coturnici, lepri e l'aquila reale. Interessante anche la Grotta Patino, una spelonca nascosta da faggi che un tempo serviva come riparo per i pastori in caso di condizioni meteorologiche avverse.

Se ancora non vi siete stancati, potete continuare a fare trekking sul Monte Palazzo Borghese: un altro massiccio in cui, per soli 2 o 3 mesi l'anno, si può ammirare anche un laghetto che si viene a formare dopo lo scioglimento delle nevi dei ghiacciai.

Nella stessa area si possono visitare anche il Monte Porche, chiamato anche Bellavista per gli ampi panorami che si godono dalla sua vetta e il Monte Sibilla, che deve il suo nome alla strega che viveva nella omonima caverna. Su questo mito, anche Andrea de Barberino e Antoine de la Sale hanno scritto e lasciato le loro testimonianze.