Festival di Spoleto

Festival di Spoleto

Il Festival delle arti performative più antico d’Italia, ideato da Gian Carlo Menotti nel 1958, trasforma ancora una volta la città di Spoleto in un grande palcoscenico mescolando realtà e finzione, la quotidianità con la magia del teatro, gli artisti con gli spettatori.

Daniel Buren, fra i massimi esponenti del panorama artistico internazionale, firma il manifesto di Spoleto64: un’immagine che richiama le celebri strisce verticali, cifra stilistica dell’artista, che furono protagoniste a Spoleto già nel 1980, in occasione del progetto Incontri 1980: 20 interventi di artisti contemporanei a Spoleto per cui Buren tinse a strisce bianco/rosa le scalinate della cittadina umbra.

Sessanta spettacoli, tutti in prima italiana, con 22 concerti, 11 performance di danza, 19 rappresentazioni teatrali, 5 digital stage e 3 mostre, con più di 500 artisti da 13 paesi in 15 sedi. 

Sono questi i numeri di una proposta interdisciplinare che dal 25 giugno all’11 luglio 2021 mette in relazione Musica, Opera, Danza, Teatro, Arte attraverso la creatività dei migliori artisti e delle migliori compagnie internazionali. Gli appuntamenti si susseguono da mattina a sera, in una combinazione di generi e forme che permette al pubblico di scoprire l’inatteso. 

Con il concerto inaugurale in Piazza Duomo, venerdì 25 giugno dalle ore 20.30, la Budapest Festival Orchestra, con il suo direttore principale Iván Fischer, apre la stagione delle orchestre in residenza al Festival dei Due Mondi con le melodie danzanti e i colori nitidi della musica francese di inizio ’900: Darius Milhaud, Erik Satie e Maurice Ravel. 

Gli spettacoli e gli incontri con gli artisti, gli appuntamenti collaterali, gli approfondimenti, i dibattiti scrivono il racconto della nostra contemporaneità, svelano il volto della nostra società e ci restituiscono la complessità del nostro vivere affrontandone i grandi temi: la Rai presenta a Spoleto il primo Festival per il sociale, la sostenibilità ambientale ed economica sono al centro del dibattito culturale e della nuova organizzazione del Festival, così come la coesione e l’inclusione, il ruolo delle donne, quello delle nuove generazioni e il valore della memoria

Dante, Stravinskij, Strehler, Pina Bausch così come i grandi classici sono il ponte tra passato e futuro, proiettati in avanti dalla visione artistica dei grandi nomi che compongono il cartellone: da Iván Fisher ad Antonio Pappano, dalla Budapest Festival Orchestra all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, da Mourad Merzouki ad Angelin Preljocaj, da Francesco Tristano a Brad Mehldau, da Flora Détraz a Jonas&Lander, da Liv Ferracchiati a Alan Lucien Øyen, dai contributi di Romeo Castellucci, Robert Lepage, Lucia Ronchetti, così come dalle residenze sperimentali a cura di La MaMa Spoleto Open o dell’Accademia Silvio d’Amico.

Il 64° Festival dei Due Mondi segna il ritorno alla socialità in assoluta sicurezza e affianca alla proposta dal vivo, offline, anche un calendario di appuntamenti online sul Digital Stage, per permettere di assistere agli spettacoli già programmati che non possono andare in scena per le limitazioni ancora imposte dall’emergenza sanitaria.

Un festival che torna a dialogare con il territorio e le realtà che lo animano facendosene promotore, un festival che torna a far dialogare il pubblico e le persone, creando nuove occasioni di incontro.

Il Programma completo QUI

Per informazioni:
www.festivaldispoleto.com
 

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