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Mario Merz - Se la forma scompare la sua radice è eterna

Nell’ambito de “La Sottile Linea d’Umbria”, sarà visitabile dal 15 giugno al 6 ottobre 2024, presso la Rocca Albornoz - Museo Nazionale del Ducato di Spoleto, la mostra “Mario Merz. Se la forma scompare la sua radice è eterna”, dedicata a uno dei principali artisti italiani del XX secolo e realizzata in collaborazione con la Fondazione Merz di Torino.
Il Cortile d’Onore e i due saloni monumentali della fortezza accoglieranno alcune tra le installazioni storiche più significative dell’artista, presente nelle collezioni permanenti dei principali musei d’arte contemporanea del mondo, dal MoMA di New York al Pompidou di Parigi.
Gli ambienti monumentali della Rocca daranno alloggio ai celebri igloo di Merz, in cui la forma più semplice di casa mai ideata dal genere umano diventa lo strumento per costruire zone di condivisione di idee e meditazioni sul mistero della Natura e delle relazioni.
Nel 1967 il critico Germano Celant coniò il nome di Arte Povera per collegare il lavoro di un gruppo di giovani artisti, accomunati dalla riflessione sull’energia che sprigiona dai materiali naturali grezzi, non manomessi dall’uomo. Nascono così installazioni eccezionali, come quelle di Jannis Kounellis o Giuseppe Penone, e quelle iconiche di Mario Merz, che lavora sugli elementi naturali, sulla loro evoluzione e sulle connessioni tra il mondo naturale e il genere umano. La mostra alla Rocca presenta sia installazioni che dipinti, utili ad immergersi nel complesso e affascinante mondo dell’artista.
Mario Merz (Milano, 1925 – 2003), è stato uno dei principali esponenti dell’Arte Povera, e si inserisce nella scia di artisti italiani, attivi tra gli anni Settanta e Ottanta, che hanno contribuito al diffondersi di nuove tendenze e sperimentazioni nell’arte, iniziando dalla classica opera dipinta su tela fino a giungere ad installazioni recanti pensieri ed elucubrazioni filosofiche. 
Gli elementi a cui l’artista ha affidato il proprio messaggio artistico sono: i tubi di neon che ricicla per esprimere energia vitale; le installazioni a forma di igloo, che rinviano ad archetipi antichi e che servono ad indagare il rapporto tra l’opera d’arte e lo spazio circostante; la serie numerica di Fibonacci, che suggerisce un ragionamento sulla crescita dell’individuo.
Per maggiori informazioni:
sito web: La sottile linea d'Umbria

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