Il borgo che non c’è più
Reperti archeologici e storici locali ci dicono di un’origine etrusco-romana dell’antico abitato di Paciano Vecchio, oggi non più esistente. L’origine del nome deriverebbe da Pax Iani, a richiamare l’antico dio bifronte e al contempo la dimensione di pace e serenità che ancora oggi si respira nel piccolo borgo.
Paciano Nuovo sorse nel Trecento, poco più a valle; in seguito, venne sottomesso prima al Marchesato di Toscana (1373 – 1376) e poi a Perugia, che gli assegnò il ruolo di borgo fortificato in virtù dell’eccezionale possibilità di avvistamento. Giuseppe Danzetta, in un testo del 1884, ebbe a scrivere che dall'altura che domina Paciano si vedono ben trentasette città di dignità vescovile, oltre a borghi e castelli, tre laghi (Trasimeno, di Chiusi, di Montepulciano) e le Chiane di parte sia toscana che romana. Conteso tra importanti famiglie perugine nel XV e XVI secolo, nel luglio del 1643 venne coinvolto anche in un episodio della guerra di Castro. Ciononostante, non subì devastazioni e distruzioni tali da comprometterne l’aspetto e la struttura urbanistica.
Quattro passi tra mura e torri
Percorrere le vie del borgo è come fare un viaggio nel tempo per ritrovarsi in pieno Medioevo. Paciano conserva la cerchia muraria del XIV secolo, con sei torri e tre porte (Porta Fiorentina, Porta Perugina, e Porta Rastrella) e l’impianto urbanistico medievale, che si articola attorno a tre strade parallele.
Dell’abitato antico rimane la severa Torre d’Orlando, documentata fin dal 917, nel tempo trasformata in dimora gentilizia e oggi proprietà privata. Il suo nome induce in varie fantasticherie: appartiene infatti alla tradizione epico cavalleresca di età carolingia, che insisteva nell’attribuire luoghi e costruzioni alla memoria di Orlando, paladino di Carlo Magno, caduto nell’imboscata di Roncisvalle nel 778. La leggenda del paladino alimentò una tradizione popolare vivissima anche in Umbria, ove esistono numerosi luoghi legati al personaggio di Orlando.
All’interno delle mura del borgo si trovano un buon numero di chiese, edificate in epoche diverse. La più antica è la chiesa di San Giuseppe, detta Chiesa di Dentro, del XII secolo ma in parte rifatta nel Settecento. Oggi ospita il Museo Don Aldo Rossi, dove è possibile ammirare, tra le numerose opere, un bel gonfalone della bottega del Bonfigli, interessanti affreschi votivi del XV secolo, pregevoli statue lignee di età barocca, una bella tela dell’Appiani con lo Sposalizio della Vergine e pregevoli arredi ecclesiastici del XVI-XVIII secolo provenienti dal territorio. Di fronte, è la Chiesa di San Carlo Borromeo, ornata da un ricco portale seicentesco, che ospita al suo interno un bel Cristo ligneo coevo. Presso il Palazzo Comunale si trova la sede dell’antica Confraternita del Santissimo Sacramento, che ospita la Pinacoteca; accoglie una bella raccolta d’arte che testimonia la storia artistica di Paciano dalle origini al Seicento. Tra le opere più interessanti, la magnifica Crocifissione del 1452, affresco di Francesco di Città della Pieve, la Madonna del davanzale assegnata a Bernardino di Mariotto (fine XV secolo), un'Annunciazione della prima metà del Seicento, due dipinti raffiguranti Santa Lucia. Una piccola sezione è dedicata al pacianese Antonio Castelletti (1764-1840). Nel museo è anche ricostruito il polittico di Antonio e Giovanni Sparapane, di cui si conservano due laterali raffiguranti Santa Mustiola e San Pietro apostolo (1475-78).
Camminando tra le strade del borgo, tra le emergenze architettoniche spiccano la Rocca Buitoni (dimora gentilizia originaria del XIV secolo, che appartiene da più di cento anni alla famiglia dei fondatori del celebre marchio italiano), il Palazzo Cennini (ristrutturato dall’omonimo Cardinale nel 1622 per farne la sua residenza estiva) e il Palazzo Baldeschi (ricostruito nel XVII secolo inglobando diverse case torri più antiche). Oggi quest’ultimo è sede del Museo Banca della Memoria del Trasimeno, archivio virtuale di memorie e patrimoni culturali collettivi.
Interessante da compiere è il cosiddetto percorso delle acque: contempla la visita alla Fontevecchia, appena fuori Porta Rastrella, ai lavatoi, presso Porta Perugina, e al bel pozzo di origine etrusca nel centro del paese, vicino alla Rocca Buitoni. Questi tre luoghi assicuravano l’uso quotidiano dell’acqua al borgo, rappresentando al contempo un’occasione importante per la socialità e l’incontro. Sembra quasi di sentire le voci degli abitanti del passato, i canti delle lavandaie, le risa dei bambini…
Esplorando i dintorni
Nei dintorni di Paciano, non perderti la visita alla Chiesa della Madonna della Stella, del XVI secolo, importante edificio legato alla devozione popolare. A circa 9 km da Paciano, in direzione di Castiglione del lago, si trova l’abitato di Panicarola, un tempo borgo fortificato dotato di mura e torri di cui non rimane più nulla; nei pressi, merita una piccola sosta la chiesa della Madonna della Carraia. Anche questo bell’edificio seicentesco in cotto nasce sul luogo di un miracolo: l’immagine della Vergine che si trovava in questo luogo, affrescata all’interno di un’edicola, cominciò a lacrimare in seguito al lancio di una boccia da parte di un irato giocatore. Presenta una pianta a croce greca e una bella cupola della metà dell’Ottocento; al suo interno, sopra all’altare maggiore, si può ammirare l’affresco miracoloso della fine del Cinquecento con la Madonna col Bambino, e i dipinti con i quattro Evangelisti, opera dei pittori Baiocchi e Santi nel 1857.
Una suggestiva passeggiata di pochi chilometri porta dal centro del paese alla vicina Panicale: partendo da Porta Perugina si potranno vedere la torre di Orlando, l’antico convento di Sant’Antonio del XV secolo, oggi struttura turistica, e la chiesa del Ceraseto, risalente al X secolo.