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Discovering the historic church organs

An alternative journey into Umbrian culture, far from the usual destinations: discover the musical tradition of Amelia.

Ready to explore Umbria's more alternative and novel aspects? You've come to the right place: here are a few suggestions to discover this land's musical side. In particular, let us take you to Amelia and its environs: together, we will go on a journey to get to know the local historic church organs.

These precious instruments are rightly considered to be artistic masterpieces in their own right, so much so that still today they are proudly held in the most beautiful and famous local churches. In the city centre, for example, in the cathedral, one can find not one but two organs: one of these, the largest one, was built by the Rieger Firm of Austrian Silesia (1904). The other one instead is a product of the Roman 17th century school and features its classic transportation system: it is easy to carry on wagons during religious festivities and processions.

However, among the many examples that Amelia can boast, the most prestigious one is to be found in the church of the Benedictine nunnery of San Magno (1678, Willelm Hermans). This organ was supposed to be played by the cloistered sisters themselves. Its peculiarity is that of having one keyboard up in the choir, and one down on the church's ground floor, in a closet.

Other noteworthy organs are located in the churches of Avigliano Umbro, Collicello, Foce, Guardea, Toscolano and Giove. Nearly none of these, however, has a precise known date of production, except for the one in the church of Santa Chiara in Lugnano in Teverina, which dates from the year 1756 and is signed by the German master Johannes Conradus Werler.

Further confirming this long musical tradition, the town boasts the Maggio Organistico festival which for the past 30 years has seen the organization of numerous concerts in area churches during the month of May.

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Tappa 1
Amelia

Amelia è cinta dalle poderose mura poligonali di epoca romana, dove stili diversi coesistono in armonia. Il primitivo insediamento abitativo, tra i primi centri italici, si sviluppò in epoca pre-romana sull'acropoli a decorrere dal XII-XI sec. a.C., dalla quale dominava il sottostante territorio costituito da insediamenti sparsi. La costruzione delle mura poligonali, attuata probabilmente a partire dal IV-III secolo a.C., conferì alla città la sua definitiva conformazione che corrisponde all'attuale centro storico. Appena entrati in città si può ammirare l'imponente opera fortificata delle mura poligonali, realizzate tra il IV e il III secolo a.C. che è possibile ammirare anche a un percorso di trekking urbano opportunamente segnalato. Lungo la cinta muraria si aprono 6 porte, di cui 4 tuttora utilizzate: porta Romana, accesso principale alla città, , porta  Leone IV, porta Posterola e porta della Valle. Tra i monumenti da visitare, oltre a testimonianze di epoca romana (cisterne, terme e domus), la Cattedrale,  il monastero di San Magno, la chiesa di San Francesco, la chiesa di Sant'Agostino, la chiesa di Santa Monica, e appena fuori le mura la chiesa rurale della Madonna delle Cinque Fonti, che secondo la leggenda offrì soggiorno a San Francesco. Oltre che in superficie, Amelia riserva sorprese emozionanti anche nel sottosuolo, in un percorso che conduce alla scoperta delle antiche cisterne romane, opera di ingegneria idraulica costruita intorno al II secolo d.C., e accessibile al pubblico da piazza Matteotti.

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Tappa 2
Avigliano Umbro

Sebbene sia uno dei comuni più giovani d'Italia, Avigliano Umbro ha una storia antica e intensa. La tradizione orale, confermata da numerosi reperti archeologici, parla di insediamenti umani già in epoca protostorica (Età del Ferro ed Età Bronzo) e in epoca romana. Al centro storico, dove spicca il torrione cilindrico medievale, si accede da Porta Vecchia, che ancora conserva lo stemma del Comune di Todi. Da vedere il piccolo Teatro Comunale in stile liberty, la Chiesa della Santissima Trinità (XVII secolo), che conserva una Madonna del Rosario di Andrea Polinori e affreschi attribuiti a Bartolomeo Barbiani da Montepulciano. Nei dintorni, in località Sismano, il Castello Medievale e la Chiesa di Sant'Andrea Corsini con tele attribuite al Polinori. Altro centro di interesse artistico è Toscolano, con la Cappella della Mestà (Edicola di Toscolano) che presenta un ciclo di affreschi di Pier Matteo d'Amelia.

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Tappa 3
Guardea

Il primo insediamento documentato era in località Marruto, da dove gli abitanti emigrarono e fondarono il castello, detto Castello del Poggio, intorno al 1035. Nel XII secolo un discendente di un conte dei Baschi della Guascogna fondò, sulla cima del colle che sovrasta l'attuale paese, un castello a guardia del territorio. L'origine del nome, dal tedesco "wart" (guardiano), dimostra che Guardea nacque come "posto di vedetta". Le tracce più antiche di presenza umana sul territorio risalgono al Paleolitico, come attestano gli strumenti e le numerose schegge di selce conservati nella sede del Gruppo Archeologico. Interessanti le mura megalitiche (località Fossi), risalenti al III-II secolo a.C.: gli imponenti tratti di mura sono i resti di un sistema che serviva ad arginare le acque dei torrenti e del Tevere per preservare i terreni agricoli. Sul colle alle spalle del paese si stagliano i resti dell'antico castello di Guardea Vecchia: ancora visibili in gran parte il sistema delle otto torri (sei quadrangolari e due semicircolari) e il grande mastio centrale. Quasi dirimpetto a Guardea Vecchia, è situato il Castello del Poggio, l'antico sistema difensivo rimasto inalterato nei secoli. Attualmente, dopo un accurato restauro, è la sede italiana del Club of Budapest, organismo internazionale che si occupa dello sviluppo della coscienza civile universale.

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Tappa 4
Giove

In epoca romana acquisì grande importanza grazie al porto fluviale di San Valentino sul Tevere, come testimoniano i numerosi reperti archeologici rinvenuti, tra cui monete, tombe e resti di ville romane. Come gli altri feudi vicini, il territorio e il castello di Giove, per la sua posizione, fu a lungo conteso tra i comuni vicini, i signori di Alviano e la Chiesa fino a quando papa Urbano VI lo assegnò (1328) alla famiglia degli Anguillara togliendolo al dominio di Orvieto. Nel 1465 gli Amerini occuparono il castello e lo consegnarono a Paolo II Farnese. Nel XVI secolo, alla signoria dei Farnese subentrò quella dei Mattei, che fecero erigere una parte del maestoso palazzo Ducale. Il centro storico è un classico esempio di impianto medioevale, del quale rimangono parte della cinta muraria e alcuni torrioni. Sulla porta di ingresso del borgo, detto anche "Borgo Vecchio", è visibile il monogramma "IHS" di San Bernardino, che evangelizzò queste terre all'inizio del XV secolo. Il monumento più noto è il Palazzo Ducale, imponente opera a pianta quadrata e delimitata da due possenti torrioni angolari, iniziato a costruire nel XVI secolo su volontà del Duca Ciriaco Mattei per recuperare a residenza privata un antico castello medievale. I saloni interni sono ornati da pitture con soggetto mitologico realizzate da artisti della scuola di Domenichino, Veronese e Orazio Alfani. Il palazzo, di proprietà dei Conti Acquarone fino al 1985, è attualmente residenza privata del produttore cinematografico americano Charles Band.

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