Fishing in the Valnerina
Lakes, rivers and waterfalls
Discovering the Valnerina
Canyoning and rafting

Fishing in the Valnerina

Fishing in the no-kill sections of Valnerina.

Umbria offers a territory full of particularly precious natural watercourses to delight those who love fishing. The Nera River makes the Valnerina one of the most interesting, atmospheric and notable environments of the whole Central Apennine area.

 

The Regional Fishing Map (documenting watercourses classified in "areas", based on the fish species found there as well as on the environmental features) denotes the section of the Nera River, outside the town of Terni, as a Superior Area for Trout. The course of the Nera River is marked by clear cold-flowing water set in an environment of notable naturalistic interest. 

In these waters, the Fario Trout represents the principal fish species: to safeguard it, the Umbria Region created two no-kill sections on the Nera e Corno rivers, in the municipalities of Cerreto di Spoleto, Vallo di Nera e Ferentillo. This initiative encompasses alternative fishing methods (using an artificial lure technique – fly or spinning with barbless hook and the immediate release of the fish) which allows to reduce the pressure of sport fishing on the river ecosystem and therefore greater protection of the river.

Fishing in the Valnerina no-kill sections is allowed exclusively with advance phone booking and only with special fishing permit through the WebApp of the site www.neranokill.it (in addition to the type B license).

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Tappa 1
Terni

Patria di San Valentino, il Santo protettore degli innamorati, Terni è detta anche la Manchester italiana.

Deve questo soprannome alla sua vocazione industriale, soprattutto nel settore siderurgico, grazie allo sfruttamento delle acque della zona, della Cascata delle Marmore in particolare. Qui macchinari e siti dismessi hanno trovato nuova vita grazie ad alcuni progetti di archeologia industriale: dalla Grande Pressa al Museo delle Armi, dalla Centrale di Galleto al CAOS - Centro per le Arti Opificio Siri, spazio dedicato alla cultura nato dalla riconversione dell'ex fabbrica chimica SIRI che raccoglie esposizioni temporanee nazionali e internazionali, laboratori creativi e il Museo d’arte Moderna e Contemporanea A. De Felice.

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Tappa 2
Cerreto di Spoleto

È noto come il “paese dei Ciarlatani”: nel 1612 nel vocabolario della Crusca gli abitanti di questo borgo erano definiti "Coloro che per le piazze spacciano unguenti, o altre medicine, cavano i denti o fanno giochi di mano che oggi più comunemente dicesi Ciarlatani[…]”. Ma ritroverete tracce dell’antica storia di questo piccolo centro nelle sue numerose chiese e nelle notevoli raccolte documentali sulle tradizioni popolari e i mestieri di un tempo di Cerreto di Spoleto e dell'intera Valnerina. Per la sua posizione strategica fu, nel Medioevo, causa di aspre contese tra Spoleto e Norcia. La città visse gran parte delle sue vicende nell'orbita del Ducato di Spoleto, al quale subentrò lo Stato Pontificio fino alla nascita del Regno d'Italia. Nel centro storico, che conserva tratti di mura medioevali e la Torre civica, potrete ammirare interessanti edifici religiosi come l'ex monastero di San Giacomo, complesso fortificato fondato nel XIII secolo e splendidamente ristrutturato, al cui interno sono custoditi affreschi di scuola umbra realizzati tra il XIV e XVI secolo. L'ex monastero è attualmente sede dell'Archivio Storico Comunale e del Cedrav (Centro per la documentazione e la ricerca antropologica in Valnerina e nella dorsale appenninica umbra), che dispone di una ricca documentazione multimediale sulle tradizioni popolari e di una interessante raccolta di oggetti domestici e strumenti di lavoro di un tempo.

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Tappa 3
Vallo di Nera

Ha origini romane, ma il territorio (IV-II sec. a.C.) era già abitato dai Naharci (dal fiume Nahar ovvero il Nera) di probabile origine celtica. Nel IV secolo, la curtis longobarda di Vallo apparteneva al ducato di Spoleto. Nel 1217, Spoleto concesse a Vallo l’edificazione del Castello, dando vita così all’attuale assetto urbanistico. Nel 1522-23 il condottiero Pietrone da Vallo, a capo di una coalizione dei castelli della valle, insorse contro Spoleto, ma finì bruciato. Alla rovinosa sconfitta seguì anche una depredazione da parte dei Lanzichenecchi. Il castello di Vallo risorse poco dopo, come dimostra un affresco di Jacopo Siculo che rappresenta la città integra e fiorente. Il riferimento al Nera, nel nome, fu aggiunto solo dopo l’Unità d’Italia. L'impianto urbano conserva ancora il cassero, buona parte della cinta muraria (la Carbonaia) e la possente torre munita di mensoloni e caditoie. Le porte di accesso sono due: Porta Ranne e la porta doganale, Portélla. Dentro le mura si ha la sensazione di volare indietro nel tempo: feritoie, mensoloni, passaggi stretti, vicoli bruniti e serrati, chiese romaniche e portali in pietra. Il territorio è costellato di castelli e ville: a Piedipaterno, antico insediamento di fondovalle, si trova la parrocchiale chiesa di San Sebastiano, eretta nel 1253, la Cappella di Madonna delle Grazie, la chiesa dei SS. Pietro e Paolo e i resti dell'antica Abbazia di Santa Maria dell'Eremita, posta lungo la Via Nursina. Nel borgo di Geppa, piccolo castello di origini altomedievali, è possibile visitare la chiesa di Santo Stefano, mentre nella vicina Paterno, antico insediamento sorto in epoca altomedievale, si ammirano le chiese di San Giusto e di San Bernardo. A Meggiano si trovano la chiesa di San Michele Arcangelo, dell'inizio XVII secolo, e la chiesa di Santa Maria de Pedemonte. Nei pressi si scorgono le case dirute di Roccagelli e La Forca.

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Tappa 4
Ferentillo

Piccolo centro della Valnerina, nasce lungo una gola sovrastata da due rocche. La sua storia comincia, con ogni probabilità, nell'VIII secolo e si intreccia a quella della vicina abbazia di San Pietro in Valle, alla quale Ferentillo rimase legata per lungo tempo.

Il paese, di aspetto alto-medievale, è attraversato dal fiume Nera che lo divide in due nuclei: Precetto Matterella. È la meta ideale per gli amanti dell’arrampicata, grazie alla presenza della falesia più famosa del centro Italia che fa di Ferentillo una delle palestre naturali più importanti e frequentate d'Italia e d'Europa.

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