La via di Francesco e le sue storie

La via di Francesco e le sue storie

In questi mesi abbiamo ascoltato molti pellegrini e molte persone che vivono e lavorano lungo la Via di Francesco, perché queste persone, soprattutto se lo fanno con passione, costituiscono uno scrigno di storie e racconti straordinari. 

Annarita, che gestisce l'Ostello di Valfabbrica, è sicuramente una delle custodi più importanti dei valori che la via sa comunicare e delle storie che i pellegrini vivono lungo il cammino.

 

"Ogni sera il mondo arriva qui, non c'è bisogno di viaggiare", ci dice Annarita mostrandoci la tavolata dove i pellegrini si ritrovano per la cena conviviale e spiegando tutto il senso della sua attività con queste poche parole.

Annarita gestisce l'ostello da 4 anni e qui fa un po' di tutto, dalla receptionist alla cuoca. Un'esperienza faticosa ma che la arricchisce molto e che le permette di avere un bel quadro dei pellegrini che percorrono la via: "Da quando abbiamo aperto – ci spiega – sono passate da qui circa 3500 persone. La maggior parte sono pellegrini, pochi sono turisti "normali". Il 50% sono stranieri anche se a partire dal 2016 il numero degli italiani è in crescita. Ci sono molti tedeschi, austriaci e olandesi, poi anche canadesi, brasiliani, americani e quest'anno anche alcuni pellegrini dalla Bulgaria".

A testimonianza della provenienza dei pellegrini, Annarita fuori dall'ostello ha collocato una serie di bandiere (e sono veramente molte), che rappresentano le nazionalità delle persone che sono passate di qui, per una sosta carica di significato, poiché per molti è l'ultima prima dell'arrivo ad Assisi.

 

Ma Annarita non ci dà solo numeri e statistiche, ci racconta storie di vita di pellegrini, diverse e bellissime, di persone provenienti da ogni parte del mondo, poiché nella sua struttura, completamente accessibile anche ai disabili, l'accoglienza e la convivialità costituiscono due valori fondamentali.

"Qui cerchiamo di accogliere i pellegrini e farli stare bene, in un'atmosfera calda e familiare. La cena è composta di cose tipiche e genuine ed è servita attorno ad un unico grande tavolo dove si condivide il pasto. E' bello vedere come persone che non si conoscono, che non parlano la stessa lingua, riescano ad entrare in sintonia e scambino le proprie esperienze. In che lingua parliamo? Il linguaggio del pellegrino… E ci capiamo benissimo.

"Nella sala c'è anche una chitarra a disposizione e ogni sera si crea un'atmosfera familiare, di gruppo".

 

In questa atmosfera conviviale Annarita ha modo di ascoltare i pellegrini e di scoprire qualcosa delle loro vite, entrando in sintonia con loro. Con grande entusiasmo ci rende partecipi di alcune di quelle che l'hanno colpita di più:

" Uno dei ricordi più indelebili che ho – ci racconta commuovendosi – è quello di Silvana, una signora austriaca che ha percorso in handbike, completamente da sola, la via da La Verna ad Assisi: una donna dallo spirito straordinario.

"Poi mi ricordo di una famiglia dall'Alaska che percorreva la via da Firenze a Roma con due bimbi piccoli, e un'altra famiglia di tedeschi, con una bambina di 2 anni che trasportavano in un carrellino per bici e un'altra di 8 mesi che portavano in fascia. La mattina della partenza stava facendo una temporale fortissimo e mi ero offerta di accompagnarli ad Assisi in macchina, ma loro non hanno voluto e con grande tranquillità hanno messo i due figli nel carrellino per bici, lo hanno coperto e sono partiti sotto la pioggia battente, da veri pellegrini.

"Poi c'è la storia di una ragazza che ha fatto il cammino insieme alla migliore amica prima di entrare in un convento di clausura. Mi ricordo di come questa ragazza fosse bella, serena e felice.

"Ci sono anche manager e imprenditori di successo, che decidono di affrontare la Via per staccare dalla loro routine quotidiana, "disintossicarsi", ritrovare i veri valori della vita. Oppure tanti gruppi, molti dei quali composti da persone che si sono conosciute lungo le tappe del cammino e che alla partenza non si erano mai visti.

"La verità è che ogni pellegrino rappresenta una storia e ognuna meriterebbe di essere raccontata."

 

Si capisce che Annarita mette il cuore in quello che fa, le piace aprirsi ai pellegrini, entrare in sintonia con loro. E come molte delle persone con cui abbiamo parlato in questi mesi, ci dà qualche consiglio per migliorare la Via, secondo il suo punto di vista:

"Secondo me è fondamentale lavorare per costruire un cammino unico, con un'informazione e segnaletica univoche, perché trovare informazioni e segnali diversi tra loro lungo la Via manda in confusione le persone. Anche le varianti andrebbero spiegate meglio.

"Poi non sarebbe male prevedere qualche luogo in più per potersi sedere e riposare un po', fatto anche solo di un tronco d'albero poggiato a terra".

 

Per informazioni sulla Via di Francesco: www.francescosways.com

 

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