Comprensorio: Monte Cucco
Località partenza: | Costacciaro |
Località arrivo: | Pantanella |
Dislivello | 550 metri |
Lunghezza | 3,0 km |
Difficoltà | E (escursionistico) |
Tempo andata | 1,40-2,00 ore |
Tempo ritorno | 1,00-1,15 ore |
Dove parcheggiare | Area di sosta "Il Gengone" |
Un’immersione nel ventre dell’Appennino umbro-marchigiano: vi portiamo alla scoperta di un’area del Parco regionale del Monte Cucco, situato nelle vicinanze di Gubbio al confine con le Marche, che si estende su una superficie di 10.480 ettari abbracciando l’omonimo rilievo (m. 1566), tra faggete secolari, grotte carsiche tra le più profonde d’Europa e corsi d’acqua incontaminati.
Una meraviglia di natura e paesaggio che vi rimarrà nel cuore e che va conquistata con impegno, passo dopo passo. E allora cosa aspettate? Prendete appunti e camminate con noi.
Prima di iniziare la vostra camminata, dovete sapere che il percorso che stiamo per illustrarvi è contrassegnato con il livello di difficoltà E (Escursionistico), un anello lungo circa 3 chilometri per completare il quale occorrono mediamente 3/3,30 ore.
Il sentiero 280 (nella vecchia numerazione indicato come 24) che collega il borgo medievale di Costacciaro al Monte Cucco, conosciuto anche come “Sentiero del Beato”, è classificato di media lunghezza con tratti caratterizzati da pendenze significative.
Partendo da Costacciaro e percorrendo un breve tratto in comune con il sentiero 293, si raggiunge l’incrocio dove svoltando a destra inizierete a sperimentare le prime salite del tracciato che alterna tratti all’interno del bosco ad altri più aperti e panoramici. Percorrendo la via che sale sul bordo superiore di una cava abbandonata, noterete delle stratificazioni sedimentarie di Scaglia Rossa e la nota Buca di Mazzapane, un particolare fenomeno carsico che si interna per oltre 40 metri, aprendosi verso il basso con un forte dislivello.
Questa prima parte del percorso è ancora abbastanza ampia e confortevole. Man mano che andrete avanti e vi addentrerete nel bosco, noterete che la Scaglia Bianca prende il posto di quella Rossa. La strada si farà man mano più tortuosa e ripida e, raggiunta quota 900 m, vi troverete al cospetto di una particolare formazione rocciosa che ha le sembianze di un giaciglio e che accoglie la lapide in pietra dedicata al Beato Tommaso (Patrono di Costacciaro), vissuto nel XIII secolo, che aveva l’abitudine di attraversare queste zone ed era solito riposare in questo luogo.
Si prosegue ancora in salita attraverso una folta faggeta fino a raggiungere il bivio che conduce alla grotta denominata “Il Forno”, grande formazione carsica che merita una piccola deviazione.
Superato il bivio si affronta la parte finale del percorso, che esce dal bosco tagliando trasversalmente una ripida costa rocciosa, quindi risale tra prati e sassi fino a raggiungere una imponente monolite denominato “Il Sasso”, che domina dall’alto tutta la vallata, oltrepassato il quale si affronta un breve tratto all’ombra del bosco e si giunge al punto d’arrivo del sentiero, sbucando sulla strada asfaltata che sale da Costacciaro verso Pian delle Macinare.
Il sentiero è ben segnalato e le difficoltà sono dovute ai numerosi tratti scoscesi che si incontrano mentre si sale tra stretti tornanti, intervallati da pochi passaggi in cui si può riprendere un po’ di fiato.
Questo itinerario rappresenta una fusione perfetta tra l’attività in continua evoluzione della natura - che nel corso del tempo ha creato grotte nascoste - e la storia dell’uomo, che ha contribuito a disegnare il territorio costruendo sentieri e varchi attraverso le rocce.
Una volta rientrati a Costacciaro potete fare una visita al Museo, in cui rivivono con modelli tridimensionali i percorsi dell’acqua che scorrono nelle masse calcaree di Monte Cucco e dell’Appennino umbro marchigiano, dalla loro formazione alle sorgenti. Adiacente è il Centro di Documentazione sulle Aree
Carsiche che mette a disposizione di studenti e visitatori i documenti catastali di tutte le grotte umbre e marchigiane, oltre a libri, mappe e carte topografiche.