La foresta fossile di Dunarobba – Avigliano Umbro
Il rinvenimento della foresta
La Foresta Fossile venne alla luce verso la fine degli anni '70, all'interno di una cava di argilla destinata alla fabbricazione di mattoni per l'edilizia. In gran parte è ancora sepolta dal sedimento, tuttavia sono ben visibili i resti di circa cinquanta tronchi di gigantesche conifere.
Questi costituiscono un'eccezionale e rara testimonianza di alcune essenze vegetali che popolavano questa parte della penisola italiana diversi milioni di anni fa.
La foresta risale a un arco di tempo compreso fra i 3 e i 2 milioni di anni fa, cioè nel periodo geologico noto come Pliocene, quando stravolgimenti atmosferici e temperature sensibilmente più calde caratterizzavano il clima.
I tronchi, anche se in buona parte fortemente inclinati, si trovano ancora nella posizione di vita e hanno mantenuto le caratteristiche del legno originario. Sono stati sottoposti a un seppellimento continuo avvenuto all'interno di un'area paludosa in graduale sprofondamento.
L’enorme palude del geologico Lago Tiberino
La foresta si trovava nella pianura dove, nel Pliocene, scorreva un enorme fiume, il ramo occidentale di quello che i geologi chiamano il Lago Tiberino. Era un vastissimo bacino di acqua salata, a forma di ipsilon rovesciata, che si biforcava proprio all’altezza di Perugia.
Gran parte dell’Umbria era sommersa e le sue pianure erano oggetto di continue piene ed esondazioni, nonché di lunghi periodi di ristagno delle acque.
I depositi di sabbia e argilla prima, e i movimenti tettonici poi, hanno modificato l’assetto, permettendo all’Umbria e alle sue foreste di emergere definitivamente.