“Muteco” sign in yellow cardboard at the entrance to the Spoleto Textile and Costume Museum

Museo del Tessuto e del Costume di Spoleto

Il Museo del Tessuto e del Costume di Spoleto si trova all’interno di Palazzo Rosari-Spada, edificio risalente al XVI secolo appartenuto alla famiglia della nobiltà spoletina, i Rosari, cheassunsero il doppio cognomenel XVI secolo, in seguito al matrimonio di Virginia Rosari con i marchesi Spada. Nei primi anni dell’Ottocento il palazzo passò alla famiglia Marignoli, mentre nel 1885 al piano terra vi fu aperto il “Circolo Clitunno”.

Il palazzo ha ospitato la prestigiosa Accademia degli Ottusi, divenuta dal 1901 Accademia Spoletina fino al 2015. Questo importante ritrovo per gli eruditi del tempo fu fondato, secondo lo storico spoletino Luigi Fausti, nel 1477. Tuttavia, non vi sono prove della sua esistenzafino al 1612, quando gli accademici resero omaggio a Maffeo Barberini, vescovo della città, con l’orazione La nobiltà ed eccellenza delle api, animali presenti nello stemma di famiglia del futuro papa Urbano VIII.

La collezione esposta

La collezione confluita all’interno delle sale espositive del Museo è composta da numerosi manufatti tessili databili tra il XIV e il XX secolo, frutto di donazioni di privati oppure importanti acquisizioni del Comune di Spoleto di tessuti e vestiti di pregio, come quella avvenuta per la collezione raccolta dalla storica del tessuto Lucia Portoghesi.

Il percorso espositivo prende avvio dal salone d’onore dell’antico Palazzo Rosari-Spada in cui sono esposti alcuni dei pezzi della raccolta museale in attesa di essere restaurati. La collezione si snoda attraverso le cinque sale che racchiudono un vero e proprio scrigno di tipologie tessili, le più importanti delle quali riguardano paramenti liturgici, tessuti e numerosi costumi maschili e femminili.

Tra tessuti umbri e preziosi tessuti operati

Tra i manufatti esposti nella prima sala del percorso espositivo sono presenti le preziose “tovaglie alla perugina”, tra le tipologie tessili più caratteristiche dell’Umbria, riprodotte anche in alcune opere di importanti artisti come Leonardo da Vinci, il Ghirlandaio e Giotto. Realizzate prevalentemente con un fondo di lino bianco e decorati con bande in cotone indaco su cui spiccano soggetti animali, vegetali, elementi architettonici e geometrici, scritte, sirene e grifi.

Sono presenti, inoltre, una tipologia di tessuti detti “popolari”, realizzati fino alla metà del XIX secolo, facilmente riconoscibili per la presenza di motivi a blocchi geometrici e floreali.

Segue la sala dei tessuti operati, con lo scialle in velluto cesellato dalla fabbrica Spitalfields (Inghilterra) o il cuscino Collicola, proveniente dall’omonimo palazzo spoletino, a illustrare la ricchezza e varietà di questo genere di manufatti.

Raffinati ed eleganti accessori

A seguire, nella sala degli accessori è esposta una vasta gamma di manufatti, databili tra XVI e XX secolo, che testimoniano la cura e l’attenzione poste negli accessori diabbigliamento.

Ciò che accomuna i manufatti presenti in questa stanza è il gusto del bello e del frivolo, la raffinatezza e la ricercatezza dei dettagli, dei materiali e delle tecniche utilizzate. Qui è possibile ammirare cuffie femminili da giorno e da notte, borse e borsette di diverse dimensioni, numerosi scialli, guanti, calze, copricapi e, infine, alcuni fazzoletti ricamati. A questi si aggiungono numerosi esemplari di calzature, che attestano l’evoluzione della moda sia femminile che maschile a partire dal XVI secolo.

Abiti da sogno appartenuti conti e principesse

A seguire, la sala degli abiti custodisce elementi dell’abbigliamento maschile e femminile, realizzati con materiali preziosiche ancora oggi mostrano la raffinatezza e la ricchezza degli abiti indossati nei primi decenni del XIX sec.

Tra i primi, di notevole foggia sono l’abito da cerimonia, in velluto blu cangiante con ricami d’oro, e da giorno, in seta verde, appartenuti al conte Valerio Zacchei Travaglini (1810 circa), maire dell’alto Trasimeno, nominato da Bonaparte membro della Legion d’Onore.

Spiccano poi per la loro ricercata fattura quelli femminili, come l’abito da sera in stile impero della principessa Alexandrine de Bleschamps Bonaparte, cognata di Napoleone, in seta con ricami in lamina d’argento, ciniglia e paillettes, ampio scollo, maniche corte a palloncino e strascico.

Caratteristico della seconda metà dell’Ottocento, sia per la foggia che per il tessuto, è il secondo abito femminile da giorno, realizzato con un tessuto indienne, una leggerissima tela decorata con mazzolini di fiori stampati.

Oltre agli abiti esposti, sicuramente i più rappresentativi e meglio conservati, la collezione comprende manufatti datati tra il XVIII e il XX secolo, appartenuti ai Priori della città, completi di copricapo in pizzo e catene d’oro, livree e gilet dei valletti comunali, abiti maschili e femminili frutto di diverse donazioni che hanno arricchito nell’ultimo trentennio la collezione del museo.

I paramenti liturgici

Chiude l’esposizione la sala dedicata ai paramenti sacri, databili tra il XIV e i XIX sec., in grado di narrare la ricchezza e l’accuratezza riservata all’immagine sacerdotale. In questa sala è possibile ammirare le vesti usate dai ministri sacri nelle celebrazioni liturgiche, come pianete e piviali, il ricercato antependium o paliotto d’altare realizzato in velluto di seta rosso cremisi e oro, di manifattura fiorentina. Il tessuto è corredato da una striscia ricamata in filo di seta oro e argento dalle monache del Monastero della Stella di Spoleto agli inizi del Cinquecento, come testimonia il cartiglio presente sotto al ricamo.

Anche in questo caso, l’esposizione costituisce una parte dei paramenti sacri presenti all’interno delle collezioni, oggi conservati nei depositi comunali. Basti pensare che solo il fondo Portoghesi presenta oltre 300 manufatti: 18 piviali, 188 pianete, 12 parati liturgici in terza, 19 tonacelle, 15 paliotti d’altare e 60 accessori.

Per maggiori informazioni, consultare il sito web del Museo del Tessuto e del Costume.

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