Teatro Caio Melisso - Spazio Carla Fendi
Caio (Gaio) Melisso, spoletino, fu un grammatico e poeta romano, che da schiavo alle dipendenze di Mecenate, fu da lui liberato per diventare poi bibliotecario di fiducia di Augusto, e direttore della biblioteca pubblica del portico di Ottavia. Una felice suggestione che correla alterne vicende umane di gloria alle alterne vicende di questo Teatro: prima Teatro della Rosa, poi Nobile Teatro, poi Teatro Caio Melisso, per arrivare, con Gian Carlo Menotti prima e la Fondazione Fendi poi, ad essere uno dei luoghi cardine del Festival dei due mondi e della programmazione teatrale spoletina.
Le alterne vicende fino agli esordi del Festival dei due Mondi
Il più antico di Spoleto: nel 1657, come “Teatro della rosa”, ospitava gli spettacoli dell’Accademia degli Ottusi; dieci anni dopo diventa il “Nobile teatro di Spoleto”. Cade in disgrazie due volte: dopo la ristrutturazione del 1817, quando vengono anche trafugate le preziose decorazioni settecentesche, e nel 1864, quando l’inaugurazione del Teatro Nuovo segna la sua decadenza.
Per fortuna questa fu temporanea. Nel 1880, dopo il lavoro di ripristino deciso dal Comune, viene inaugurato per diventare, appunto, il Teatro Caio Melisso. Domenico Bruschi, pittore perugino ne decora il plafone, con la scena “Apollo e nove Muse” e il sipario storico che ritrae l'Apoteosi di Caio Melisso. Arriviamo però al 1957, sempre con alterne fortune. All’arrivo a Spoleto di Gian Carlo Menotti, o meglio, del suo progetto del Festival dei Due Mondi, il teatro è un cinematografo. Viene quindi ripristinato per essere inaugurato, con il Machbeth di Verdi, il 5 luglio 1958 nella prima edizione del Festival.