Poco più a monte, nei pressi di porta degli Ortacci, l'area oggi occupata dal settecentesco ospedale, dalla chiesa di San Francesco e da piazza Quaranta Martiri ha restituito una serie di strutture con la prima fase edilizia risalente agli anni a cavallo tra il II e il I secolo a.C, coeva alla pianificazione del nuovo quartiere, cui era collegato un impianto termale. Più a nord il settore era occupato da una grande domus costruita su almeno due livelli, con pavimenti in signino e a mosaico. Al di sotto di palazzo Vispi e nelle sue immediate adiacenze sono visibili alcune strutture relative ai resti di una domus con peristilio e alcune basi di pilastri pertinenti forse ad una via porticata tracciata in direzione del teatro, di cui in questo punto è emerso un tratto basolato. Più a sud, tra le numerose domus (alcune non visitabili) estese lungo via Buozzi, la più significativa e di notevole livello è quella cosiddetta del "banchetto", per la presenza di un ambiente pavimentato a mosaico figurato con rappresentazione di una Venere Marina con una compagna o domina, affiancati da Bacco che versa del vino. L' emblema fu inserito tra il III e IV secolo d.C., contestualmente alla ristrutturazione della casa avvenuta in epoca tardo antica. Resti di un'altra domus sono visibili all'interno dell' Antiquarium, con l'ambiente maggiore costituito da una ricca pavimentazione musiva in bianco e nero a motivi geometrici, in cui era inserita un motivo decorativo centrale policromo formato da piccolissime tessere musive (tecnica a vermiculatum) che raffigura l'episodio della nave di Ulisse e Scilla (ora al museo archeologico di Perugia). È databile alla fine del II secolo a.C. e discende da un modello pittorico di età ellenistica. Al centro dell'area della Guastuglia sorge il teatro (I secolo a.C.), uno dei più capienti del tempo con una cavea dal diametro di oltre 70 metri che poteva accogliere circa 6000 spettatori. A sud-ovest dell'edificio per spettacoli è riemerso un tratto del muro di terrazzamento in opera vittata che delimitata in questo punto l'area della città romana. Tra questo settore e la chiesa di San Biagio è stato identificato un grosso scarico di ceramica (visitabile su richiesta) con materiali databili tra l'età arcaica e la fine del II secolo a.C.. Lungo via Ubaldi è visibile il mausoleo cosiddetto "di Pomponio Grecino", attribuito erroneamente ad uno dei membri di una importante famiglia senatoria locale, figlio del console del 16 d.C.. Inserita in una piccola area di necropoli, della struttura si conserva il nucleo in opera cementizia alto circa 9 m. Il monumento è databile al terzo quarto del I secolo a.C.. Nella sezione archeologica del Museo Civico, allestito nei locali sottostanti al palazzo dei Consoli, sono illustrate le vicende della città e del territorio dalla protostoria all'alto Medioevo e nella sala superiore sono esposte le Tavole Iguvine, documento fondamentale della lingua umbra e dei rituali religiosi, inciso tra la fine del III e l'inizio del I secolo a.C., costituito da sette tavole bronzee rinvenute nel 1444 nei pressi del teatro romano.
Informazioni e consigli utili
Per la visita all'area rivolgersi all' Antiquarium
Via del Teatro Romano
06024 Gubbio
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