Church of Santa Maria Giacobbe

L’eremo di Santa Maria Giacobbe di Pale

Tra le aspre cime rocciose del Sasso di Pale, suggestivo monte nei pressi della città di Foligno, si erge l’Eremo di Santa Maria Giacobbe, un luogo che cattura l’attenzione per la sua bellezza austera e una storia che si intreccia con la leggenda.

La sua discreta struttura, incastonata in un anfratto di nuda roccia, comprende una piccola chiesa e gli spazi circostanti, destinati alla vita degli eremiti. Sebbene l’accesso sia impegnativo, il luogo possiede un’aura di misticismo e spiritualità, anche grazie alla sua affascinante storia.

La sua origine è legata al leggendario arrivo di santa Maria Giacobbe, madre dell’apostolo Giacomo il Minore, una delle tre donne testimoni della crocifissione. Dopo la resurrezione, la tradizione vuole che santa Maria di Giacobbe si sia ritirata in una delle grotte del Sasso di Pale per abbracciare una vita di preghiera e penitenza. La crescente venerazione nei confronti di questo luogo, dove si iniziò a riconoscere nelle rocce della ripida salita che conduce al santuario, le miracolose impronte di mani e piedi lasciate dalla santa, fu alla base della formazione della comunità cenobitica che nel XIII secolo fondò l’eremo di Santa Maria Giacobbe, che probabilmente ricadeva sotto l’influenza della vicina Abbazia di Santa Croce di Sassovivo.

Gli eremiti vissero qui fino all’inizio del XX secolo, quando gradualmente questo venne abbandonato. Un unico eremita vi rimase fino al 1963, ultimo testimone della viva devozione tributata al santuario soprattutto dalla comunità di Pale, che si recava in pellegrinaggio per bagnarsi con la miracolosa raccolta nel pozzo presente nel piccolo cortile interno all’eremo. In particolar modo alle acque erano attribuiti poteri curativi per i dolori reumatici, malattia un tempo molto frequente soprattutto tra gli abitanti di Pale e Belfiore, molti dei quali lavoravano nelle numerose cartiere, sorte in passato nel territorio grazie alla presenza delle acque del Menotre e rimaste in attività fino all’inizio del Novecento.

Ancora oggi, l’Eremo di Santa Maria Giacobbe viene raggiunto in processione il giorno dell’Ascensione e il 25 maggio, quando la comunità di Pale torna a venerare la propria santa patrona in questo eremo solitario scolpito nella roccia.

La chiesa di Santa Maria Giacobbe

La piccola chiesa annessa all’eremo, edificata intorno alla seconda metà del secolo XIII, è interamente affrescata. Alcuni dei suoi dipinti sono particolarmente suggestivi e interessanti, altri sono pitture votive piuttosto tarde.

Il grande Cristo tunicato della parete di sinistra e la Natività dipinta sulla parete di destra sono certamente i dipinti più interessanti.

L’immagine più enigmatica e misteriosa della chiesa è la figura del Cristo tunicato che riproduce il Santo Volto di Lucca (sec. XIV ) in un modo del tutto inconsueto. Questa raffigurazione differisce dall’originale in quanto Cristo è dipinto con un solo calice, ma con i piedi immersi in due calici di forme diverse, che simboleggiano il Vecchio e il Nuovo Testamento. Il calice di questa famosa rappresentazione è stato interpretato come un richiamo iconografico al leggendario Graal e la sua presenza nella chiesa ha dato origine a teorie avvincenti, che farebbero dell’eremo un edificio legato anche all’ordine dei Cavalieri Templari, amplificando ulteriormente il fascino di questo luogo sacro.

La scena della Natività è ambientata in una grotta di roccia, la santa inginocchiata vestita di verde con grembiule bianco è santa Maria Giacobbe che, in veste di ostetrica, sostiene il Bambino Gesù sopra un bacile a forma di calice.

Sul fondo c’è un’altra immagine a fresco con santa Maria Giacobbe, raffigurata con in mano il vaso di unguenti con il quale si era recata al santo sepolcro, un attributo che simbolicamente la identifica come testimone della resurrezione. Gli affreschi della parete absidale del santuario sono assai deperiti per le continue asportazioni di frammenti dell’intonaco, usati per preparare pozioni a scopo curativo.

Da una porta, sulla parte destra dell’abside si accede a un piccolo cortile dotato di una cisterna per la raccolta dell’acqua piovana, utilizzata dagli eremiti per usi domestici e dai devoti per fini terapeutici. Nel locale annesso alla chiesa sono raccolti numerosi ex voto, per lo più tavolette dipinte, a testimonianza delle grazie ricevute dai fedeli.

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