Chiesa di Santa Pudenziana
La storia
Situata nella campagna non distante da Visciano, nel comune di Narni, la Chiesa di Santa Pudenziana è un’originale testimonianza dell’architettura romanica dell’Umbria meridionale.
Si presume sia stata costruita tra il 998 e il 1036, sebbene non ci siano fonti che lo possano confermare.
Originariamente dedicata a Santa Maria in Visciano ed elencata tra i beni del Capitolo della Chiesa di San Giovenale, nella Bolla di Onorio II del 1129, fu successivamente intitolata alla martire romana Santa Pudenziana, sorella di Santa Prassede.
Si suppone che Prassede e Pudenziana fossero le figlie di un certo Pudente, proprietario di fornaci di laterizi nella zona di Narni, come sembrerebbero dimostrare i frammenti ritrovati nelle sue vicinanze, sui quali è impresso un bollo con il suo nome.
Nel corso dei secoli la chiesa ha vissuto periodi di abbandono e diverse gestioni, fino a essere messa all’asta dal demanio per la vendita a privati. Grazie all’intervento del marchese Giovanni Eroli, regio ispettore degli scavi e dei monumenti antichi, che bloccò l’alienazione, la chiesa divenne proprietà del Comune di Narni.
Eroli descrive dettagliatamente l’edificio nel libro “Chiese di Narni e suoi dintorni”, un testo del 1898, interessante anche per la descrizione sarcastica di come fu gestita la vicenda.
L’esterno
La struttura si caratterizza per il portico e per la torre campanaria. Il primo è decorato con colonne e capitelli recuperati da costruzioni romane e paleocristiane dell’area circostante. L’alta torre campanaria, che svetta sulla chiesa, fu eretta sui resti di un’antica torre di vedetta risalente a tre secoli prima. Questa, insieme a quella del Castello di Bufone e al Castello di Borgaria, faceva probabilmente parte di un sistema difensivo del Corridoio Bizantino.
La facciata a salienti della chiesa è caratterizzata da due finestrelle che illuminano le navate laterali e da una piccola finestra centrale situata al centro del timpano; nella spalla destra una lapide su cui fu realizzato il calendario perpetuo, che indicava il giorno in cui sarebbe arrivata la Pasqua, o pesac in ebraico, termine che appare alla base della scritta.
In alto, l’abside ospita una finestra a foggia di croce maltese e due finestrelle, mentre alla base della struttura sono collocate tre piccole finestre che illuminano la cripta.