Se vi addentrate nella macchia attraverso percorsi di trekking di diverse lunghezze (3, 4 e 6 km) che si snodano lungo i boschi e la campagna circostante, potete scorgere meglio in tutta la loro antica imponenza gli sbarramenti della Para, a monte, e di Ponte Grande a valle, verso il Tevere. La Para, di probabile impianto romano, fu interamente ricostruita nel Duecento e pur se restaurata più volte nel corso dei secoli ha mantenuto quasi inalterata la sua struttura originaria con resti di opere idrauliche e un mulino in parte diroccato.
Al di sotto dello sbarramento - tra le più antiche dighe ad arco superstiti successive alla caduta dell’impero romano – potete osservare ciò che resta dell’antico bacino detto Lago Vecchio, oggi quasi completamente asciutto, dove in passato nelle sue rigogliose acque gli amerini si davano appuntamento per una nuotata.
La diga di Ponte Grande, anch’essa tradizionalmente attribuita all’età romana con interventi successivi, fu ricostruita nel 1880 con uno sbarramento alto 15 metri e con un ponte (oggi attraversato dalla strada SS205 che collega Amelia con il territorio di Orvieto) i cui pilastri formano quattro “finestroni” per permettere il deflusso del Rio Grande. In parte bombardato durante la Seconda guerra mondiale, fu velocemente ripristinato dal genio civile.
Camminando sulle sponde del Rio Grande, fermatevi ad ammirare le coltivazioni di frutti autoctoni come mele, pere, pesche e albicocche (che fanno parte del progetto “frutti antichi” promosso dall’Associazione Amici di Rio Grande), mettendovi seduti in una delle panchine che trovate lungo il percorso e godendovi il profilo di Amelia che dall’alto si specchia nel lago, oppure fate una sosta al punto ristoro da cui parte la passeggiata.
C’è anche una zona riservata ai bambini con giochi vari e con un campetto di calcio, e l’area picnic con forno e camini per deliziose grigliate.
Per informazioni: Associazione Amici del Rio Grande, tel. +39 335 6323823