Teatro Romano di Gubbio
A Gubbio, nelle immediate vicinanze di Porta degli Ortacci, si trova l’importante area archeologica della Guastuglia, che si estende in un’ampia piana verde, in basso rispetto al centro storico, dalla quale si gode una bella vista della città.
Nell’area è stato portato alla luce un vasto quartiere tardo-repubblicano (II-I secolo a.C.). con i resti di importanti strutture,quali un impianto termale, numerose domus con pavimenti a mosaico, un santuario di età proto-imperiale, tratti di vie a basolato e parte dell’area extra urbana con monumenti sepolcrali.
L’edificio più importante dell’intera area è il teatro romano, la cui costruzione fu avviata nel I secolo a.C., e completata tra il 55 e il 20 a.C.
Con una larghezza massima di circa 70 metri, il teatro si articola su due livelli, raggiungendo un’altezza complessiva di circa 12 metri.
In origine il teatro presentava due ordini di arcate, delle quali resta l’arcata inferiore e un tratto di quella superiore, abbellite da grossi blocchi calcarei in opera quadrata con bugnato rustico, mentre i corridoi degli ingressi, i “vomitoria”, presentano tracce di opera reticolata.
La cavea, che poteva accogliere un pubblico di oltre seimila persone – superiore dunque al teatro di Pompei, che ne accoglieva circa cinquemila – è divisa in quattro sezioni. L’accesso avveniva dai corridoi sottostanti, privi di gradini radiali e dunque probabilmente collegati alla cavea da scale lignee.
L’orchestra della scaena è pavimentata a lastre calcaree e dotata di canalizzazioni per la raccolta delle acque piovane, convogliate all’interno di una grande cisterna posta sotto al pulpitum.
Dietro al pulpitum si apre il frontescena, il frons scaenae, costituito da una nicchia centrale semicircolare, affiancata da altre due quadrangolari. Secondo le ipotesi ricostruttive e i reperti rinvenuti nelle vicinanze, il frontescena del teatro eugubino doveva chiudersi con un colonnato su almeno due livelli in stile corinzio, arricchito da fregi, cornici e sculture in travertino bianco, marmo lunense e marmi policromi, e decorato con intonaci dipinti.