Per alcuni le sue origini si identificano nella “itriola”, un’uva pregiata di cui parla Plinio il Vecchio; per altri questo vitigno potrebbe essere stato importato dalla Spagna dai primi seguaci di San Francesco. Di certo, dall’anno Mille in poi, come dimostrano documenti sempre più frequenti, il vino assunse una grande importanza economica e sociale, divenendo un prodotto di spicco di queste terre, tanto che veniva considerato un dono di prestigio per principi e pontefici.
Riguardo alle origini del suo nome, c’è chi lo fa derivare dall’uso di questo vino dolce passito durante la messa – da cui vino sacro o sagrantino. Ma potrebbe anche avere origine popolare, come vino della festa che si beveva durante le sagre.
Anche se attualmente nel Sagrantino prevale la versione secco, il vino è nato come dolce. Un tempo infatti, veniva prodotto esclusivamente nella tipologia passito, quindi ottenuto dall’appassimento delle uve su graticci di legno. Questa tecnica di produzione era molto congeniale alle uve di Sagrantino, capaci di appassire per mesi senza marcire e di conservare a lungo intatta la componente zuccherina.
Negli anni ’60 però la tradizione del passito sembrava dimenticata, ridotta a una produzione molto limitata, quasi solo casalinga: è stata l’idea del Sagrantino secco a rilanciare questo vitigno, a partire dalla prima vendemmia del 1972 con questo tipo di vinificazione.
Nel 1979 il Sagrantino di Montefalco venne riconosciuto vino DOC, mentre nel 1992 è diventato il dodicesimo vino italiano a ottenere la DOCG ed è oggi ritenuto una delle bandiere del vino italiano nel mondo.
Il vino
Il Sagrantino dà origine a un vino rosso rubino scuro caratterizzato da profumi fruttati e speziati, di grande struttura, ricco e dall'inimitabile trama tannica. Nella versione passita regala vini di straordinaria intensità e complessità, in cui la dolcezza bilancia perfettamente le sue naturali parti più dure. Si presta molto bene a un lungo invecchiamento.
Suggerimenti
Se siete in questa zona per assaporare gli ottimi vini, non mancate di visitare il borgo di Montefalco: la sua posizione, appena distaccata ma al tempo stesso dominante rispetto alla vicina Via Flaminia, gli ha permesso di essere da sempre un importante riferimento culturale per le località limitrofe. Ne sono testimonianza le tracce lasciate da artisti quali il Perugino, Benozzo Gozzoli, Francesco Melanzio.