Castel San Felice
Castel San Felice è una frazione del comune di Sant’Anatolia di Narco posta sulla sommità di un colle nei pressi del Fiume Nera. Il nome di questo piccolo centro abitato, che conserva ancora l’originale conformazione edilizia di centro fortificato, deve il suo nome alla figura di san Felice, monaco siriano che nel VI sec., che insieme al padre Mauro, scelse di ritirarsi a vita contemplativa in una grotta vicino al fiume.
Nei secoli successivi, la crescente venerazione per i due eremiti e le miracolose imprese, come la leggendaria uccisione del drago che infestava la zona, portò alla nascita di una ristretta comunità cenobitica e di un piccolo nucleo insediativo.
Alla fine del XII secolo, nel luogo dove era sorta la comunità di eremiti venne edificata l’abbazia dei Santi Felice e Mauro, mentre il nucleo abitativo si raccolse sull’altura soprastante, dando origine al castello fortificato.
Oggi è ancora possibile ammirare l’impianto edilizio originale, caratterizzato da stretti vicoli ad anello collegati da ripide scalinate. All’interno del castello si trova la chiesa di San Sebastiano, posta nelle vicinanze della porta d’accesso orientale. Dalla porta occidentale, invece, si può godere di una splendida visuale dell’abbazia sottostante e del ponte sul fiume Nera, recentemente restaurato. Da questo punto inizia il sentiero de “La Pia”, così chiamato per il nome locale attribuito alla piccola chiesa di santa Maria di Narco, situata lungo il percorso, lungo circa 1,5 km, che conduce a Sant’Anatolia di Narco.
Nei secoli passati, Castel San Felice ha rappresentato un punto di passaggio tra le vie di collegamento tra i comuni di Sant’Anatolia di Narco e Vallo di Nera, ruolo mantenuto anche in epoche più recenti, come testimonia la presenza di uno dei caselli della storica ferrovia Spoleto-Norcia, oggi trasformata in percorso ciclopedonale. Nei pressi del casello inizia anche la strada che, attraversando altre frazioni del comune come Grotti e Tassinare, rappresentava il principale collegamento tra la Valnerina e Spoleto prima dell’apertura della Galleria di Forca di Cerro.