Albornoz Fortresses
L'arte in Umbria

Rocche albornoziane

Un viaggio alla scoperta delle Rocche Medievali realizzate dal cardinale spagnolo

Maestose e austere, queste fortezze dominano ancora oggi le città dove furono realizzate, testimoni dell’impresa di Egidio Albornoz, cardinale spagnolo che ne coordinò la realizzazione per riaffermare il potere dell’autorità papale sui possedimenti dello Stato Pontificio.

 

Chi era Egidio Albornoz?

Gil Álvarez Carrillo de Albornoz nasce nel 1310. Il padre era un discendente del re spagnolo Alfonso V di León, mentre la madre apparteneva alla casa reale degli Aragona.

Nominato cardinale nel 1350 da Papa Clemente VI, sotto Papa Innocenzo VI Albornoz ricevette il prestigioso incarico di consolidare i possedimenti e il potere dello Stato Pontificio. La sua azione era volta a contrastare le ribellioni di alcune città del centro Italia che, approfittando del periodo in cui la sede papale non si trovava più a Roma durante la cattività avignonese, si erano ribellate al controllo pontificio.

Egidio Albornoz riuscì nell’impresa grazie alla realizzazione di imponenti rocche difensive, spesso affidata a celebri architetti, divenute simbolo della restaurazione dell’autorità papale. In Umbria le città di Assisi, Spoleto e Narni ospitano alcune delle più belle Rocche “Albornoziane”, mentre quelle di Todi e Spello e Piediluco sono andate quasi interamente perdute. A testimonianza del suo operato, che ha lasciato numerose opere difensive in tutta la regione, resta anche la poderosa cinta muraria di Bettona, danneggiata durante l’occupazione del paese da parte di una coalizione di perugini, senesi e fiorentini.

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Tappa 1
Parco della Rocca a Todi

Nella parte più alta della città di Todi, a 411 metri sul livello del mare, si trova il Parco della Rocca, dove è possibile ammirare i resti della fortificazione voluta dal Cardinale Albornoz, morto nel 1367, eretta postuma nel 1373. La struttura difensiva fu innalzata per volere di papa Gregorio XI sulle rovine dell’Abbazia di San Leucio.

La sua costruzione si colloca in un periodo in cui la città di Todi, annessa da poco ai territori dello Stato Pontificio, si era ribellata al nuovo potere, tanto che fu distrutta già nel 1382. Venne ricostruita da Braccio Fortebraccio nel 1423, per poi essere demolita definitivamente nel 1503 da Lodovico Atti.

L’elemento più importante sopravvissuto della rocca tuderte è il Mastio, un’imponente costruzione di forma circolare che, insieme alle altre vestigia presenti nel parco, creano un suggestivo scenario da cui è possibile godere del panorama sottostante e della valle che si apre fino al Tevere. Un percorso, chiamato “passeggiata della Rocca”, attraversa il Parco delle sculture di Beverly Pepper, primo monotematico di scultura contemporanea in Umbria e il primo dell’artista americana nel mondo.

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Tappa 2
Assisi - Rocca Maggiore

Appena fuori le mura di Assisi, raggiungibile da Porta Perlici, si erge la maestosa rocca Maggiore, che domina la città da oltre 800 anni.

Le prime notizie storiche sulla Rocca assisana risalgono al 1173-1174, quando Cristiano Magonza conquistò la città per conto di Federico Barbarossa, che vi dimorò per un breve periodo. Probabilmente anche Federico II, nipote del Barbarossa e futuro Imperatore, trascorse qui parte della sua infanzia, affidato alla custodia di Corrado di Urslingen, duca di Spoleto e conte di Assisi. Nel 1198, durante la sommossa popolare che pose fine al comando del duca Corrado, la rocca fu danneggiata dagli assisani. Fu ricostruita solo nel 1356 dal cardinale spagnolo, mantenendo l’impianto del XII secolo.

La fortezza subì ulteriori modifiche alla fine del XIV secolo. Nel 1458 fu aggiunto il torrione poligonale a nord-ovest, unito alla rocca tramite il corridoio realizzato l’anno seguente da Papa Pio II, mentre nel 1478 Papa Sisto IV restaurò il cassero quadrilatero. Nel 1535 Papa Paolo III costruì il possente bastione circolare.

Alla fine del XV secolo la rocca fu scenario di sanguinose faide tra le famiglie Fiumi e Nepis. Dal 1501 vi si insediò Cesare Borgia, seguito dalla sorella Lucrezia.

Persa la funzione difensiva nel XVI secolo, la Rocca assisana è stata utilizzata come residenza dei castellani, adibita a carcere e infine a magazzino, per essere restaurata alla fine del XX secolo.

La Rocca è divenuta celebre anche grazie al film “Fratello Sole, Sorella Luna” di Franco Zeffirelli, girato nel 1972 e ispirato alla vita di san Francesco.

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Tappa 3
Spello – La rocca dentro Palazzo Baglioni

Come accade a molte vestigia del passato, la rocca di Spello ha subito diverse trasformazioni nel corso del tempo, che hanno modificato sostanzialmente l’aspetto dell’impianto difensivo albornoziano.

La sua struttura originaria fu edificata nel 1358 da Filippo d’Antella, rettore del Ducato di Spoleto, sopra la sede dell’Oratorio dei Raccomandati di Santa Maria della Misericordia. Successivamente, secondo le disposizioni di Papa Innocenzo VI, fu affidata al cardinale Albornoz. Con l’arrivo della Famiglia Baglioni, la fortezza fu inglobata nel loro palazzo, diventando parte integrante della residenza nobiliare.

Oggi l’edificio, situato in Piazza della Repubblica, è stato destinato a istituto scolastico, ma conserva ancora parte delle mura dell’impianto originale, che testimoniano l’intervento albornoziano anche in questa città.

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Tappa 4
La rocca di Lucrezia Borgia a Spoleto

A meno di 50 km da Assisi, la maestosa Rocca di Spoleto, con le sue sei torri invita a lasciarsi conquistare dalla sua imponenza.

Posta sul Colle Sant’Elia, la fortezza è collegata al bosco di Monteluco dal monumentale Ponte delle Torri, opera di origine romana riedificato nel tardo medioevo. Ai suoi piedi il percorso panoramico del Giro della Rocca, lungo circa 1 Km che regala un panorama mozzafiato sulla città e sulla valle spoletina.

La Rocca Albornoziana di Spoleto fu realizzata a partire dal 1359 per diventare uno dei più importanti luoghi del dominio papale dopo la cattività avignonese. Dal 1362, la direzione dei lavori fu affidata all’architetto Matteo di Giovannello, detto il Gattapone, che progettò un’imponente struttura a pianta rettangolarecon due cortili interni: a nord il severo Cortile delle Armi, legato alle funzioni militari, a sud il raffinato Cortile d’Onore, con gli ambienti di rappresentanza e quelli residenziali come la Camera Pinta, affrescata nel XV secolo con scene a tema cavalleresco.

La Camera Pinta si trova all’interno della Torre Maestra, detta la “Spiritata”, la più imponente dei sei torrioni che proteggono la fortezza.

La rocca è impreziosita da numerosi stemmi che testimoniano il passaggio di ospiti illustri, come quelli di numerosi pontefici e potenti famiglie come i Colonna, i Cybo, i della Rovere, i Medici e i Borgia, forse la più celebre di tutti, grazie al passaggio dei figli maggiori di Papa Alessandro VI, Cesare Borgia e sua sorella Lucrezia, che governò la città dal 1499 al 1502.

Trasformata a penitenziario dal 1817 al 1982, dopo un attento restauro è tornata a essere una meraviglia architettonica della città. Oggi è sede del Museo Nazionale del Ducato di Spoleto, legato alla storia del Ducato longobardo sorto nel 570.

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Tappa 5
Rocca di Piediluco

La Rocca di Piediluco domina la sommità del colle affacciato sul lago omonimo, realizzata su un precedente castello risalente agli inizi del XI secolo. Nel 1244 Federico II di Svevia ne concesse la proprietà ai Brancaleoni, che lo trasformarono in una dimora signorile. Ancora oggi si possono distinguere la sala di rappresentanza e quelle residenziali, mentre sul portale uno stemma della famiglia con due leoni.

Durante la loro occupazione, l’edificio fu conteso tra le città di Terni, Rieti e Spoleto fino a quando nel 1364 fu acquistato da Blasco Fernadez di Belvisio, parente dell’Albornoz. Il Cardinale restaurò la fortezza e ne potenziò la funzione difensiva.

Ciò che caratterizza la rocca di Piediluco è soprattutto il maestoso mastio pentagonale su cinque livelli, di cui quello inferiore era destinato, insieme alla cisterna al centro del cortile d’armi, a riserva idrica per l’intero complesso.

La proprietà rimase nelle mani di Fernandez fino al 1368, quando fu ucciso insieme al figlio dagli abitanti di Piediluco. Da questo momento fino al XIX secolo la fortezza cambiò numerosi proprietari, perdendo progressivamente la funzione difensiva per quella abitativa fino a essere abbandonata.

Oggi ciò che rimane della rocca è immerso in una fitta vegetazione arborea, ma dalle sue vestigia si può godere di una vista panoramica sulle acque placide del lago di Piediluco che riflettono le colline circostanti.

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Tappa 6
Rocca di Narni

Il monumento albornoziano più a sud dell’Umbria è la Rocca di Narni, imponente fortificazione che domina il centro storico sottostante e la stretta gola attraversata dal fiume Nera e dalla via Flaminia. La Rocca fu innalzata tra il 1360 e il 1370 sul sito di un precedente monastero di Clarisse e, prima ancora, qui si trovava un insediamento militare eretto da Federico Barbarossa. Nel 1460 fu parzialmente modificata da Papa Pio II.

La sua struttura, realizzata grazie all’intervento di celebri architetti come Ugolino di Montemarte e Matteo Gattapone, ha una pianta quadrangolare con quattro torrioni angolari, il più imponente dei quali costituisce il mastio. Sulla porta d’ingresso sono presenti due portali dalle linee gotiche e quattro stemmi scolpiti, probabilmente appartenenti ai pontefici Gregorio XI e Urbano V e ai cardinali Anglico De Grimoard e Filippo d’Alençon. Al suo interno è possibile ammirare frammenti di decorazioni pittoriche, tra cui una Madonna con Bambino, di scuola umbra quattrocentesca, e lo stemma di Papa Urbano IV.

Oggi è possibile esplorare l’interno della fortezza per ammirare l’antica corte, gli stemmi e il ricordo dell’attacco dei Lanzichenecchi. Le sale del Piano Nobile ospitano un allestimento tematico con riproduzioni di oggetti come strumenti musicali, armi e costumi storici, che raccontano alcuni aspetti della vita quotidiana nel Medioevo.

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