L'arte in Umbria

Il Perugino ci racconta la natività

La maestria dell'artista nelle sue rappresentazioni dell'evento cristiano dal più valore simbolico

Raffinati capolavori Rinascimentali tutti da ammirare; questo percorso artistico vi porterà a scoprire le Natività e a godere delle bellezze paesaggistiche dell’Umbria.

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Città della Pieve

La Galleria Nazionale dell'Umbria custodisce una delle opere più famose del pittore umbro: “L’Adorazione dei Magi” (1470 – 1473; 1476). La brillantezza e la vivacità dei colori che caratterizzano la pala d’altare è dovuta alla tecnica ad olio con cui fu dipinta e all’influenza delle opere provenienti dalle Fiandre che il Perugino ebbe modo di vedere in quegli anni a Firenze. A sinistra, nel corteo dei Magi, è rappresentato un giovane con un berretto rosso che guarda il pubblico per restituire un senso di naturalezza alla scena; il giovane è l’autoritratto del Perugino. Nel cielo splende la stella cometa, l’artista ebbe modo di vederne una con lunghissima coda nel 1472.

Nello stesso palazzo dei Priori, nella Sala delle Udienze del Nobile Collegio del Cambio si può ammirare la “Natività” (o “Adorazione del Bambino”), inserita nel ciclo di affreschi dipinta dal Perugino all’apice del successo con l’aiuto dell’allievo Raffaello.

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Perugia

Siamo nella città natale dell’artista, nell’Oratorio di Santa Maria dei Bianchi, dove si conserva il grande affresco con “L’adorazione dei Magi”, dipinta dal Vannucci nel 1504. Un’opera caratterizzata da giochi prospettici perfetti e dalla dolcezza che accomuna i volti ritratti nei dipinti. La storia dell'adorazione è rappresentata in uno dei paesaggi più vasti ideati dall’artista, ossia la rappresentazione ideale di una vista che va da Città della Pieve verso il Trasimeno e la Val di Chiana.

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Trevi

Nella Santuario della Madonna delle Lacrime si può ammirare “L’Adorazione dei Magi” (1521), rielaborazione dell’opera realizzata nell’Oratorio di Santa Maria dei Bianchi. L’utilizzo dei cartoni preparatori (tecnica molto utilizzata dal Perugino per riprodurre un disegno più e più volte) è facilmente rintracciabili per alcuni segni utili al loro posizionamento. L’affresco fu dipinto in tarda età, quando l’allievo Raffaello stava diventando un suo concorrente. Lavorarono a Trevi alcuni allievi, probabilmente il Perugino si dedicò principalmente alla parte destra dove la qualità, la dolcezza dei visi e l’effetto cangiante di alcuni tessuti e delle ombre raggiungono risultati davvero sublimi. Nella pedana del trono si legge la firma dell’artista scritta in caratteri capitali.

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Montefalco

Troviamo una “Natività” del Perugino (1503) anche a Montefalco, nella Chiesa di San Francesco, in un'edicola posta nella parte destra della controfacciata. L’artista ormai maturo, dopo aver lavorato per molti committenti importantissimi tra cui il Papa che lo aveva chiamato a Roma per dipingere la cappella Sistina, era tornato in Umbria. L'affresco ha ad oggetto tre scene inquadrate da finte architetture per rendere la profondità delle scene: l'Annunciazione in alto, Dio in gloria tra gli angeli e più in basso, in primo piano, la scena della Natività, in cui Gesù è circondato da un paesaggio verde che alle sue spalle si apre in un ampio orizzonte.

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