Marsciano
Umbria in moto

In moto sui tornanti del monte Peglia

In moto al Monte Peglia: un tour fatto di curve sinuose

Seguendo questo tour andrai alla scoperta dei boschi del Monte Peglia e dei suoi dolci pendii, partendo dalla cittadina di Marsciano e terminando la tua corsa nella meravigliosa Orvieto. Per partire con la giusta carica, prendi un caffè in uno dei bar del centro di Marsciano, poi sali in sella e imbocca la SS317 in direzione di San Venanzo e del Monte Peglia.

 

Il percorso è un continuo susseguirsi di curve e saliscendi attraverso pinete e boschi: passando per San Venanzo, la strada Statale 317 ti accompagnerà fino in cima al Monte Peglia. Nei pressi di questo borgo potrai visitare il Museo Vulcanologico, che rivela la particolare origine vulcanica del terreno su cui sorge San Venanzo prevedendo l'attraversamento di un percorso all'interno della colata lavica e una visita alle varie tipologie di rocce e minerali. Non tutti sono a conoscenza della sua origine vulcanica e dell'esistenza di una roccia tipica del luogo chiamata ‘venanzite'.

 

La vetta del Monte Peglia si trova poco oltre la frazione di Ospedaletto. Da qui potrai godere di un ampio panorama sulla Valle del Tevere e se sarai fortunato da trovare una giornata con un orizzonte molto limpido, potrai scorgere anche i Monti Giano, Terminillo, Vettore, e Subasio.

Sempre nei pressi di Ospedaletto, potrai fare una sosta al Parco dei Sette Frati (una delle zone più frequentate specie da chi ama i pic nic e i barbecue, vista la presenza di una zona attrezzata) per poi proseguire passando per Colonnetta di Prodo, Capretta, San Giorgio, fino a giungere ad Orvieto Scalo.

Arrivati ad Orvieto città, non perdete l'occasione per fermarvi a pranzo e poi visitare il famoso Duomo, il Pozzo di San Patrizio, le rovine della trecentesca Fortezza Albornoziana e la famosa Torre del Moro.

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Tappa 1
Marsciano

Il territorio, fin dall'antichità, è stato un importante crocevia di transito tra Todi, Orvieto e Perugia. Le antiche origini sono testimoniate da tracce e reperti di insediamenti etruschi, romani e longobardi. La prima citazione in atti pubblici risale al 1004. Nel XII secolo diventò feudo dei Conti Bulgarelli, famiglia di origine longobarda, che nel 1281 la cedette a Perugia facendone una roccaforte di confine nelle lotte contro Todi. Finita l'autonomia da Perugia, nel 1540 fu inglobata nello Stato Pontificio e ne seguì le sorti fino all'Unità d'Italia. Nel centro storico, completamente restaurato, da vedere la chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista, patrono della città, che custodisce al suo interno un dipinto della scuola del Perugino, un crocifisso ligneo ottocentesco ed un ciborio in legno del settecento. Oltre al Palazzo Comunale, costruito nel 1871, e al Teatro della Concordia, si possono ammirare alcuni edifici in stile liberty e lo splendido Palazzo Battaglia, arricchito dalle decorazioni del pittore futurista Gerardo Dottori. Dell'antico castello fortificato che Ottone II donò ai Conti Bulgarelli restano tratti delle vecchie mura e le antiche Torri Bolli e Boccali, l'antica porta d'accesso chiamata Porta Vecchia, interamente ricostruita, e il groviglio di strette vie e piazze tipico dei borghi medievali.

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Tappa 2
Orvieto

Le origini di Orvieto risalgono alla civiltà etrusca: i primi insediamenti del IX secolo a.C. si localizzarono all'interno delle grotte tufacee ricavate nel massiccio su cui sorge attualmente la città. La città dispone di un patrimonio artistico e culturale tra i più ricchi dell'Umbria. Il Duomo è tra le più maestose realizzazioni dell'architettura italiana. La sua imponente facciata gotica, con mosaici e bassorilievi, domina l'intero borgo. Pur restando ignoto l'autore del progetto originale si sa per certo che dal 1310 la direzione dei lavori passò a Lorenzo Maitani, che con il suo intervento caratterizzerà la struttura in maniera decisiva. All'interno, tra le molte opere custodite, uno dei capolavori della pittura italiana, il ciclo di affreschi raffigurante temi legati al Giudizio Universale dipinto dal pittore Luca Signorelli, succeduto al Beato Angelico, tra il 1499 e il 1504. Tra gli edifici religiosi più antichi: la chiesa di San Giovenale, costruita nel 1004 e ampliata nel XIV secolo, presenta affreschi di scuola orvietana, la chiesa di San Giovanni, costruita nel 916 sopra il teatro di Costantino con facciata del ‘500, la chiesa di Sant'Andrea, del VI secolo ma completata nel Trecento, la chiesa di San Lorenzo de' Arari, la chiesa di San Francesco (XIII secolo) e la chiesa di San Domenico (XIII secolo), che conserva il famoso monumento funebre al Cardinal de Braye di Arnolfo di Cambio. Orvieto è la capitale delle Città Slow. La città e il territorio sono caratterizzati da una viva tradizione enogastronomica: il prestigioso vino di Orvieto può essere degustato lungo la strada dei vini Etrusco-Romana che comprende tutta la provincia di Terni (i centri di riferimento sono l'Enoteca Regionale ed il Palazzo del Gusto).

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Tappa 3
San Venanzo

La presenza dell'uomo nella zona è confermata dai ritrovamenti di reperti risalenti al Paleolitico, al Neolitico e all'età del bronzo e del ferro, ora conservati al Museo archeologico nazionale di Perugia. Anche gli Etruschi hanno lasciato tracce consistenti della loro presenza. Le origini dell'abitato di San Venanzo risalgono all'epoca bizantina, intorno all'VIII secolo. La particolare collocazione di questa area geografica, compresa tra Orvieto, Perugia e Todi, fu tra le principali cause, durante l'epoca comunale, di numerose guerre locali. A partire dall'anno 1290 San Venanzo appartenne ai Monaldeschi di Orvieto e ne seguì le sorti fino al prevalere del dominio della Chiesa (XVI secolo). San Venanzo rimase compreso nel territorio di Orvieto fino al 1929, quando divenne comune autonomo. Da visitare, a San Venanzo, la grande Torre che domina il paese, resto del castello medievale, l'affresco della Madonna Liberatrice (sec. XIV) che si trova nell'omonima chiesa posta lungo la strada statale e la storica villa Faina. Interessanti sono anche i primi resti della chiesa di San Venanzio ben visibile nel parco pubblico. La ricchezza del borgo è però data dal suo ambiente naturale incontaminato, tra i più suggestivi della regione. Di grande interesse naturalistico il Parco dei Sette Frati, situato in prossimità della cima del monte Peglia: l'area verde ospita una riserva faunistica protetta e il Centro di documentazione flora e fauna del Monte Peglia.

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