The Biga - Monteleone di Spoleto

La Biga - Monteleone di Spoleto

Il carro fu ritrovato per caso da due contadini in una tomba a tumulo etrusca, proprio difronte alla loro abitazione, nel febbraio del 1902 a Monteleone di Spoleto. Poco dopo la preziosissima Biga fu trafugata e, dal 1903, è conservata nel Metropolitan Museum di New York.

La copia esposta a Monteleone ci fa comunque apprezzare la foggia dell'antico carro da parata realizzato in legno di noce e completamente rivestito da lamine di bronzo dorato decorate a sbalzo con applicazione di placche in avorio.

Consta di tre parapetti di cui quello mediano, frontale è più alto degli altri due laterali elegantemente decorato con raffigurazioni mitologiche ispirate dall'arte greca, raffiguranti scene della vita di Achille: Teti consegna le armi al figlio; Achille e Memnone che combattono sul cadavere di Antilochos; apoteosi di Achille. 
La datazione del carro (metà del VI secolo a.C.)  è confermata anche dal copioso corredo tombale che la stessa conteneva, composto, da due kỳlikes attiche con figurazioni miniaturistiche a figure nere, databili intorno agli anni 560-550 circa.

Per decenni si è dibattuto sulla sua origine e sull’ipotesi di fattura di mano etrusca, ma grazie a recenti e più approfonditi studi è possibile, con maggiori certezze, attribuire l’opera di cesellatura e decorazione di bronzo a un artista greco-ionico immigrato in Etruria. Difatti dal punto di vista stilistico le figurazioni appartengono a quella cultura che troviamo anche in prodotti affini (tripodi Loeb, bronzi di Castel S. Mariano) in cui l'esperienza ionica si unisce a motivi etruschi indigeni.
Il prezioso reperto archeologico ritrovato da Isidoro e Giuseppe Vannozzi in una necropoli a pochi chilometri dal paese in località Colle del Capitano. La località ha restituito negli anni un’importante necropoli appartenente al periodo di transizione fra l'Età del Bronzo e quella del Ferro, composta da almeno quarantaquattro tombe a cremazione, a pozzetti cilindrici, di varie dimensioni con ossuari cilindrici, globulari e biconici. 
Il reperto è stato al centro di aspre battaglie fra il museo newyorchese e l'amministrazione comunale di Monteleone, che ne chiede da tempo la restituzione. L'allora direttore del Met, Luigi Palma di Cesnola, l'acquistò per 250 mila lire dall'antiquario romano Ortenzio Vitalini, numismatico del re. Ciò nonostante  un editto del 1820 vietasse espressamente l'esportazione di opere d'arte.
A Monteleone, presso i locali sottostanti il complesso monumentale di S. Francesco è visibile una buona copia a grandezza naturale eseguita dalla Scuola d’Arte del maestro Manzù a seguito delle celebrazioni del 1985 in occasione dell’anno degli Etruschi. 
La mostra permanente della biga permette attraverso pannelli esplicativi di conoscere non solo il manufatto, ma anche il contesto storico-archeologico del ritrovamento. Nelle due sale sono, infatti, documentate sia le vicende del ritrovamento e del rocambolesco trafugamento, che i reperti provenienti dal corredo della camera funeraria. La ricchezza e frequentazione del territorio di Monteleone di Spoleto è infine attestata da una carta archeologica con i siti di epoca preistorica, protostorica e romano-repubblicana.

 

 

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