L'arte in Umbria

Nelle terre del Perugino – Da Perugia a Foligno

Un itinerario museale a tappe tra le splendide opere del Perugino

Pietro Vannucci, detto Il Perugino (Città della Pieve 1450 ca – Fontignano 1523), è stato uno dei protagonisti indiscussi della pittura rinascimentale . Il ‘meglio maestro d’Italia’ degli ultimi decenni del Quattrocento è stato un grande artista, ma non solo: ha inventato una lingua pittorica, quella della ‘scuola italiana’, dai paesaggi tenui e soffusi e dalle figure eleganti e dolci, attraverso la quale ha traghettato il primo Rinascimento verso formule e stilemi più maturi, che verranno poi portati a perfezione dal suo migliore allievo, Raffaello Sanzio da Urbino.

Nato nel borgo di Città della Pieve, nei pressi del lago Trasimeno, ricevette i primi rudimenti dell’arte a Perugia, la città da cui prese il soprannome, prima di trasferirsi a Firenze per studiare in bottega dal Verrocchio, fianco a fianco con Leonardo da Vinci, Sandro Botticelli, Domenico Ghirlandaio, Lorenzo di Credi e altri. Pietro in seguito ebbe bottega, con annessa abitazione, a Perugia, probabilmente in via Deliziosa, nei pressi di via dei Priori, dove un’iscrizione indica l’edifico esatto.

Il percorso che vi proponiamo va da Perugia a Foligno. Se desiderate scoprire altre sue splendide opere, potete farlo anche attraverso itinerari che si snodano tra i più bei borghi dell’Umbria: da Santa Maria degli Angeli a Trevi, da Panicale a Fontignano, e infine a Città della Pieve, patria del Vannucci.

Dopo avere ammirato i suoi capolavori, allargate però lo sguardo sul paesaggio: riconoscerete le dolci colline, con i laghi e i fiumi in lontananza, magistralmente usati negli sfondi per le sue Madonne e i santi in estasi e in preghiera.

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Tappa 1
Perugia

La prima tappa dell’itinerario è dedicata interamente al capoluogo umbro. Per l’artista questa città ha sempre rappresentato un forte elemento identitario: non è un caso che sia intitolato a Pietro Vannucci il corso principale della città, così come la prima raccolta d’arte municipale, quella Pinacoteca Civica ‘Pietro Vannucci’ che costituì il primo nucleo della Galleria Nazionale dell’Umbria.

Ed è proprio dalla Galleria di Perugia, un musei ricco di capolavori dell’arte italiana, che parte il nostro itinerario. E' ospitata nelle bellissime sale del Palazzo Comunale, e conserva il maggior numero di opere al mondo di Pietro Vannucci.

Ben due le sale dedicate al maestro Vannucci: la sala 16 del terzo piano e la sala 23 del secondo.

Le opere esposte nella sala 16 illustrano il percorso che portò l’autore ad essere l’artista più affermato d’Italia, tra gli esordi e le prime committenze prestigiose.

Troviamo qui le bellissime ed enigmatiche Tavolette di San Bernardino, eseguite in collaborazione con una equipe di pittori, la Pietà del Farneto, la splendida Adorazione dei Magi, la piccola e preziosa Annunciazione Ranieri, la Imago pietatis – quanto resta di uno dei suoi capolavori, la Pala dei Decemviri, eseguita per la Cappella di questo palazzo ed oggi dispersa in più luoghi-, il Gonfalone della giustizia, la Madonna della Consolazione.

La sala 23 del secondo piano è interamente dedicata ai capolavori della maturità, quando il pittore concentra la sua attività in Umbria, fino a chiudere la bottega fiorentina nel 1511. Si possono ammirare le grandi pale d’altare che ripetono gli stilemi dell’artista: le madonne dolci e aggraziate, che adombrano la figura di Chiara Fancelli, giovane moglie del pittore, gli angeli ‘ballerini’, i santi estatici e eleganti, le città turrite sullo sfondo, i paesaggi ariosi ed acquatici, le tinte vivaci e cangianti, gli angoli fioriti e rocciosi, la luce dell’eterna primavera delle tele del Vannucci.

 

In Corso Vannucci, sempre a Perugia, potrai ammirare uno dei grandi capolavori di Pietro Perugino: gli affreschi del Nobile Collegio del Cambio, realizzati tra il 1496 e il 1500.

I cambiatori di monete, gli attuali banchieri, erano una corporazione assai potente, tanto che alla metà del XV secolo ottennero l’importante privilegio di avere la propria sede all’interno del Palazzo Comunale. La decorazione delle Sala delle Udienze, dove si tenevano le riunioni dei magistrati dei cambiavalute, venne affidata a Pietro Perugino, in quel momento il pittore più famoso d’Italia; Vannucci realizzò lungo le pareti della sala un importante ciclo di affreschi dal complesso programma iconografico, elaborato dall’umanista Pietro Maturanzio, con al centro l’idea della corrispondenza tra sapienza pagana e virtù cristiane. Secondo quanto espresso dal complesso messaggio dei dipinti, in Cristo si sono realizzate compiutamente le virtù cardinali degli antichi personaggi della classicità ivi rappresentati.

Tra bellissime grottesche e altri ornamenti, spicca il volto rubicondo di un signore cinquantenne dall’aria seria: è l’autoritratto dell’artista, che si definisce orgogliosamente nell’iscrizione sottostante ‘egregius pictor’.

Il nostro itinerario perugino sulle orme dell’artista si conclude in borgo Sant’Angelo: qui, presso il convento delle clarisse di Sant’Agnese, Vannucci dipinse nel 1522, un anno prima della sua morte, un affresco con la Madonna delle Grazie tra i santi Antonio abate e Antonio da Padova; la Vergine ha ai suoi piedi le due figurine delle suore committenti, suor Eufrasia e suor Eustochia. La comunità religiosa attuale osserva ancora la clausura, ma papa Leone XIII, già vescovo di Perugia, tolse tale regime alla cappella con i dipinti, per permettere la visione dell’affresco

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Tappa 2
Deruta

La seconda tappa del nostro itinerario è il borgo di Deruta, noto per la produzione di bellissime ceramiche artistiche.

Nella pinacoteca è conservato l’affresco staccato dalla chiesa di San Francesco che rappresenta il Padre Eterno con i santi Rocco e Romano, databile tra il 1477 e il 1478.

L’opera, che risale al rientro del Perugino dopo il soggiorno alla bottega del Verrocchio a Firenze, rappresenta i due santi in piedi. San Romano indica con la mano la veduta perfettamente riconoscibile di Deruta, in basso, probabilmente per indicare l’intercessione dei santi, tradizionalmente invocati per la peste, sul borgo.

L’insieme è di grande eleganza e raffinatezza.

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Tappa 3
Bettona

Terza tappa è Bettona, spettacolare borgo panoramico posto su un’altura collinare da cui si godono bellissime vedute sulla campagna umbra.

Nella pinacoteca è possibile ammirare tre opere del Perugino: il Sant’Antonio da Padova, la Madonna della Misericordia con santi e committenti, il Gonfalone di Sant’Anna, ritenuto in parte lavoro di bottega.

Nella prima opera, il santo è davanti a un bel parapetto marmoreo coi suoi attributi iconografici, il libro e la fiamma; un’iscrizione rivela che si tratta di un ex voto commissionato da Bartolomeo da Maraglia, condottiero al servizio di Giampaolo Baglioni, rappresentato in ginocchio ai suoi piedi.

La Madonna della Misericordia presenta l’iconografia classica di tale soggetto: la Vergine che protegge sotto il suo manto i santi Stefano e Manno e i committenti inginocchiati in preghiera, di ignota identificazione.

Il Gonfalone di Sant’Anna era conservato nella chiesa principale di Bettona, dedicata appunto alla santa. Rappresenta nella mandorla centrale la Vergine col Bambino, protetta dal manto di Sant’Anna, in alto, e dal Cristo benedicente; nella parte bassa sono i santi Crispolto e Antonio da Padova, protettori del borgo. Le figure della parte superiore del dipinto sono probabilmente opera di bottega.

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Tappa 4
Foligno

La quarta ed ultima tappa è la città di Foligno, nell’Oratorio della Nunziatella in via dell’Annunziata.

L’edificio quattrocentesco è stato attribuito a Francesco di Bartolomeo da Pietrasanta ed è un vero e proprio gioiello architettonico. Al suo interno, l’altare di San Giovanni Battista ospita il Battesimo di Cristo del Perugino, il cui prototipo illustre è quello dipinto dallo stesso pittore nel 1480, nella Cappella Sistina a Roma.

Il dipinto mostra gli stilemi più importanti e noti del pittore umbro: la delicatezza e la dolcezza del disegno e la soffusa atmosfera in cui sono immerse le figure ed il paesaggio. Due angeli in volo nella parte alta del dipinto presentano al centro la colomba dello Spirito Santo, posta sul capo delle due dolcissime figure centrali, Cristo e San Giovanni Battista, che sembrano quasi danzare nell’acqua, attorniate da altri angeli. Il paesaggio è quello delle campagne attorno Foligno, con il fiume Topino a rappresentare idealmente il Giordano.

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