Nell'abside della chiesa, dedicata alla Santissima Annunziata, è conservato un affresco della prima metà del XIII secolo, raffigurante san Francesco in levitazione. Si tratta di una delle prime raffigurazioni del santo, ancora fuori dai canoni dell'iconografia ufficiale.
Il convento, abbandonato dai frati nel Settecento fu rilevato da uno dei
maggiori architetti italiani del Novecento, il milanese Tommaso Buzzi (1900-1981), che vi volle costruire, nel corso di ventina d'anni una sua città ideale, incentrata su sette teatri e ispirata all'ideale umanistico della composizione armonica di natura e cultura.
Lungo il percorso si incontrano edifici dal forte valore simbolico, anche nel nome (la torre di Babele, la scala Musicale delle Sette Ottave, la scala di Giobbe, etc.), e il culmine della rappresentazione giunge con l'Acropoli, una montagna di edifici, vuoti all'interno e spesso sovrapposti.
Grande opera globale sempre aperta, mai finita, in cui elementi del passato si sovrappongono a quelli del presente e del futuro, presenta un uso-abuso di scale, sproporzioni volute, mostri, percorsi labirintici, geometrici e astronomici.
Il risultato è una costruzione surreale che racchiude la tradizione del sacro e l’innovazione del profano.
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