Speleologia alla Cascata delle Marmore
La storia della Cascata delle Marmore incisa nella roccia diventa un percorso alla scoperta di cavità e grotte in grado di trasformare chiunque in un vero esploratore!
Un viaggio nel complesso sotterraneo custodito al di sotto della Cascata delle Marmore, che si racconta non solo nei salti delle sue acque ma anche attraverso la storia delle sue maestose rocce.
Un tuffo di 165 metri
Secondo una romantica leggenda, la Cascata delle Marmore ha avuto origine dall’amore impossibile tra il pastore Velino e la Ninfa Nerina, che fu trasformata dalla gelosa Giunone nel fiume Nera. Velino, disperato per la scomparsa dell'amata, si mise alla sua ricerca lungo la valle (val..nerina) e, vinto dal dolore, si sciolse in lacrime diventando anch’egli un fiume. Velino poté così ritrovare la sua amata Nerina e dal loro eterno abbraccio nacque la Cascata delle Marmore.
Al di là delle leggende, per quanto affascinanti, in realtà questo maestoso salto di 165 metri di altezza fu creato grazie all’ingegno di Manio Curio Dentato, console romano che nel 271 a.C. realizzò un’opera ingegneristica di grande importanza convogliando le acque del Velino, che causavano un forte impaludamento della zona, all’interno di un canale artificiale perché potessero defluire all’interno del Fiume Nera, che scorre ai suoi piedi, e al suo Parco Fluviale.
Acqua che modella la roccia
Nonostante siano i giochi d’acqua della cascata a rappresentare una delle bellezze naturalistiche più conosciute dell’Umbria, proprio le acque del Velino sono alla base della formazione di un suggestivo mondo sotterraneo custodito al di sotto della cascata stessa.
Il viaggio alla scoperta del “ventre” della Cascata ha inizio dal Parco dei Campacci, nei pressi del paese di Marmore, a circa 10 chilometri da Terni.
La sua genesi è legata alla sedimentazione operata dalle acque del fiume Velino prima della realizzazione del canale artificiale, che ha originato il banco di travertino che si estende fino ai piedi della cascata. Un vero e proprio libro di roccia dove è possibile leggere una narrazione geologica durata millenni, composta da oltre 300 cavità plasmate dall’intensa circolazione delle acque, impreziosite da concrezioni che ricalcano filigrane coralliformi o dalla forma vegetale, oltre a strutture stalattitiche e colonnari che si incontrano durante il percorso.
Accompagnati da guide esperte, da qui inizia la discesa alla scoperta del lato più affascinante e nascosto di questa imponente rupe e dei suoi cunicoli e meandri, come la Grotta Morta, la Grotta delle Colonne e la Grotta della Condotta, che deve il suo nome alla condotta lunga oltre 190 metri che in passato alimentava il sistema di centrali idroelettriche.