L’eleganza di una dimora romana
L’impianto della domus risponde a uno schema edilizio in uso tra la fine della età repubblicana e l’inizio di quellaimperiale.
L’ambiente d’ingresso della residenza è l’atrium, con al centro l’impluvium, la grande vasca quadrangolare che raccoglieva le acque piovane. In corrispondenza dell’impluvium, posizionato su un tetto probabilmente a falde spioventi, doveva trovarsi il compluvium, un foro che aveva la duplice funzione di raccolta di acque e di sistema per l’illuminazione dell’ambiente. Segni circolari posti agli angoli della vasca suggeriscono che in origine il compluvium era sorretto da quattro colonne, mentre su un lato è ancora presente il pozzo per attingere l’acqua dalla sottostante riserva idrica.
Notevole è la presenza di due trapezofori, basamenti in marmo decorati a rilievo che avevano la funzione di basamento di un tràpeza, un sontuoso tavolo posto nell’ambiente d’ingresso.
Intorno all’atrio si disponevano in modo simmetrico due cubicola, ovvero le stanze da letto, accanto alle quali erano presenti due alae, ambienti di passaggio.
In fondo alla domus e in asse con l’ingresso era posto il tablinium, spazio di rappresentanza dove il dominus – o in questo caso, più probabilmente, la domina – ossia il proprietario dell’abitazione, accoglieva gli ospiti e gestiva le sue attività amministrative. Accanto al tablinium si aprivano altri due ambienti di soggiorno, uno dei quali conserva ancora il basamento sopraelevato che ospitava il triclinium.
Chiudeva l’architettura della dimora il peristylium, il giardino interno porticato, di cui restano solo alcuni frammenti delle colonne in laterizio poggiate su basi calcaree.
Secondo le ipotesi ricostruttive, l’abitazione dovevadisporre anche di un secondo piano, raggiungendo così dimensioni ragguardevoli, consone a una proprietà di rango elevato.
Mosaici e affreschi
Una particolarità della domus romana di Spoleto è rappresentata dai pavimenti a mosaico, ancora oggi conservati all’interno delle stanze dell’abitazione.
I pavimenti musivi sono principalmente costituiti da piccole tessere bianche e nere disposte a motivi geometrici, databili sempre al I secolo d.C. Fanno eccezione quelli delle stanze accanto al tablinium che, vista la policromia ottenuta grazie alla presenza, seppur esigua, di tessere rosse, potrebbero appartenere a una fase di restauro avvenuta tra la fine del I sec. e l’inizio del II sec. d.C.
L’ambiente alla destra del tabliunium mostra, inoltre, le tracce migliori della decorazione parietale. La casa completava la decorazione interna con affreschi realizzati nel cosiddetto “III stile pompeiano”, con uno zoccolo di finto marmo alla base, sopra al quale sono affrescati riquadri gialli e rossi incorniciati da ghirlande e grottesche.
Ultima testimonianza della ricchezza dell’abitazione è rappresentata dai materiali emersi durante gli scavi, in parte esposti all’interno di bacheche. Tra questi molti svelano parte della vita in questa casa, come i numerosi frammenti di vasellame ceramico e di oggetti in vetro, manufatti legati all’universo femminile come pettini, spilloni e aghi, o ancora frammenti di statuine in bronzo.
Frammenti di intonaci, stucchi decorativi e lastre in terracotta, che rivestivano la parte sommitale dei porticati interni e del compluvium, appartengono infine all’impianto decorativo della casa romana.
Per maggiori informazioni consultare il sito web della Casa Romana di Spoleto.