Spoleto Cathedral in white and pink stone, with a Romanesque façade, rose windows, and a portico, overlooking a sunny square.

Cattedrale di Santa Maria Assunta a Spoleto

Il duomo di Spoleto, dedicato a Santa Maria Assunta, sorge nella scenografica piazza realizzata ai piedi del colle di Sant’Elia, quasi una quinta teatrale al fondo dell’ampia scalinata di via dell’Arringo. Attorno ad esso, si trovano il cinquecentesco palazzo Rancani Arroni, il palazzo della Signoria, la chiesetta ottagona di Santa Maria della Manna e il piccolo teatro Caio Melisso.

 

Edificato in forme romaniche nel XII secolo sull'antica chiesa di Santa Maria in Vescovado, subì nel tempo diverse trasformazioni. Nel XIII secolo vennero edificato il campanile e la facciata, completata nel 1207 con l’aggiunta del bel mosaico esterno. Verso la fine del Quattrocento, venne addossato ad essa un portico a cinque arcate, opera di Ambrogio Barocci e della sua scuola: ciò sia per rendere la costruzione più maestosa che per ricavare una terrazza monumentale per esporre la venerata icona della Vergine, conservata all’interno del tempio, nel corso delle principali festività cittadine. Le modifiche maggiori alla struttura originaria avvennero però all’interno, tra il XVII e il XVIII secolo, soprattutto al tempo in cui fu arcivescovo Maffeo Barberini (1608 – 1617), futuro papa Urbano VIII. In particolare, vennero ricostruite quasi interamente le navate. I lavori di rifacimento interni terminarono solo nel Settecento, quando Giuseppe Valadier realizzò le edicole presso le due navate laterali e gli altari principali nella zona del transetto.

Oggi la facciata si presenta a capanna, costituita da blocchi in pietra bianca e rosa dei monti attorno a Spoleto – che realizza gradevoli effetti chiaroscurali- ed è affiancata dalla possente torre campanaria a pianta quadrata.  La parte alta della facciata è divisa in due fasce sovrapposte da un cornicione poggiante su archetti ciechi. Nell'ordine superiore si aprono tre rosoni e tre grandi nicchie ogivali; in quella centrale, si ammira il mosaico bizantineggiante con il Cristo in trono fra la Madonna e San Giovanni Evangelista firmato dal maestro mosaicista Solsterno e datato al 1207. Nell'ordine inferiore si alternano altri cinque rosoni, dei quali il centrale, più grande, è ricco di intagli e ornati musivi ed è fiancheggiato dai simboli dei quattro Evangelisti.

 

Il portico in stile rinascimentale, realizzato dal Barocci, maestro che aveva lavorato con Francesco di Giorgio Martini al Palazzo ducale di Urbino, si apre sull'esterno con cinque arcate a tutto sesto intervallate da colonne corinzie. All’interno del portico sono i tre portali di accesso al duomo. Il magnifico portale centrale, anteriore al 1198 - data di consacrazione della Chiesa ad opera di papa Innocenzo III- è detto Porta Paradisi, e presenta sugli stipiti e sull’architrave una ricca decorazione scultorea che lo rende uno dei massimi esempi di ornamentazione in pietra di età romanica.

L’interno della chiesa, radicalmente trasformato nella prima metà del Seicento, è in stile barocco e a croce latina, con tre navate di sei campate ciascuna, transetto, grande abside semicircolare e cupola senza tamburo. Della cattedrale romanica rimane il pavimento musivo della navata centrale, in gran parte del XII secolo con motivi cosmateschi. Il pavimento delle navate laterali è stato invece realizzato da Matteo Rosso Balsimelli da Settignano nella seconda metà del Quattrocento.

Nella nicchia in contraffacciata, a ricordo dei lavori di rifacimento e per omaggiare il papa, già vescovo di Spoleto, è un busto in bronzo di Urbano VIII, opera di Gian Lorenzo Bernini (1640).

La prima cappella della navata destra, chiamata Eroli dal nome del vescovo che la volle realizzata alla metà del Quattrocento, ospita uno dei capolavori di Bernardino di Betto detto il Pinturicchio: l’ affresco con Madonna e Santi.

Prima del transetto destro si può ammirare la Croce dipinta di Alberto Sotio (1187) nell'iconografia del Cristo vivo (triumphans) sviluppatasi nell'Italia centrale.

Nel transetto destro, all'altare, tela di Annibale Carracci e, alla parete sinistra, sepolcro del pittore Filippo Lippi (morto a Spoleto nel 1469), disegnato dal figlio Filippino e realizzato da ignoto scultore fiorentino del Cinquecento.

A destra del presbiterio, la seicentesca cappella della Santissima Icona è così chiamata per la presenza di una tavoletta bizantina del XII secolo, donata alla città da Federico Barbarossa in segno di pace.

L’abside è senza dubbio il fulcro della decorazione pittorica del duomo di Spoleto, interamente ricoperta dagli splendidi affreschi del pittore fiorentino Filippo Lippi e aiuti, raffiguranti Storie della Vergine, eseguiti tra il 1463 e il 1469. Sulla parete di fondo, nella curva dell’abside, si possono ammirare a sinistra l’Annunciazione, al centro la Dormitio Virginis e a destra la Natività; al di sopra, l’Incoronazione della Vergine alla presenza di angeli e santiAl centro del presbiterio vi è l'altare maggiore in marmi policromi, opera di Giuseppe Valadier (1792), affiancato da quattro alte colonne portacero.

Si apre, infine, sulla navata sinistra, la cappella delle Reliquie, che conserva sculture lignee e tarsie del XVI secolo, ma soprattutto una testimonianza eccezionale: una delle sole due lettere autografe di San Francesco ancora esistenti, indirizzata a Frate Leone.

Dalla canonica è possibile accedere alla cripta di San Primiano, del IX secolo, che è l’unico elemento rimasto dell’antico edificio alto-medievale preesistente al duomo attuale. Vi si ammirano antichi affreschi raffiguranti Storie di san Benedetto e santa Scolastica.

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