Mummy Museum of Ferentillo

Museo delle Mummie di Ferentillo

Nel cuore della Valnerina, nel rigoglioso Parco fluviale del Fiume Nera, sorge il borgo di Ferentillo, noto per il rinvenimento di alcuni corpi mummificati all'interno della cripta della Chiesa-Museo di Santo Stefano.

La cripta è sede del Museo delle Mummie. Curiosa è la scritta che si trova alla sua entrata: «Oggi a me, domani a te, io fui quel che tu sei, tu sarai quel che io sono. Pensa mortal che il tuo fine è questo e pensa pur che ciò sarà ben presto

Non lasciatevi scoraggiare dall’inquietante monito. Ammirate la chiesa che accoglie il Museo e poi godetevi la visita!

La chiesa di Santo Stefano venne edificata sul finire del XV secolo, sui resti di un preesistente luogo di culto di duecento anni prima, per volere della Famiglia Cybo-Malaspina, che negli stessi anni si fece promotrice di una grande opera di valorizzazione urbanistica e artistica del borgo. L’edificio preesistente venne inglobato nella nuova struttura, divenendone di fatto la cripta sepolcrale.

La facciata, molto semplice, è impreziosita da un rosone decorato da piccole sculture sotto al quale si trova il portale d’ingresso in pietra bianca, inserito tra due colonne che alla base recano gli stemmi di Lorenzo Cybo e del Capitolo Lateranense.

L'interno è diviso in tre navate, in stile Barocco e Rococò e custodisce delle importanti tele dipinte, tra cui il “Martirio di Santo Stefano”, opera di Giuseppe Rosi, datata 1759. Da non perdere è l’affresco di Pierino Cesarei, del 1595, raffigurante il Presepe. Splendido anche il fonte battesimale. Nel presbiterio, sul pilastro destro, è incastonato inoltre un tabernacolo per la conservazione degli oli sacri, che risale al XVI secolo.

La cripta, risalente al XIII secolo, presenta elementi architettonici e artistici medioevali quali l’antico portale d’ingresso, i resti dell’abside e gli affreschi del XIV e del XV secolo, mentre il pavimento è costituito dalla terra utilizzata per la sepoltura, compattata grazie allo sgocciolamento dell’acqua dal soffitto.

Nonostante la chiesa di Santo Stefano sia datata al XV secolo, la scoperta delle mummie è relativamente recente. Si è dovuto attendere un editto napoleonico per scoprire, dopo quattro secoli, il segreto nascosto dalla cripta.

Nel 1806 Napoleone estese all’Italia il divieto di qualsiasi sepoltura all’interno delle mura cittadine e ordinò la riesumazione dei corpi già sepolti. La comunità di Ferentillo dovette scavare sotto la cripta della chiesa per riesumare le salme custodite al suo interno e lì venne rinvenuta una ventina di corpi mummificati e perfettamente conservati.

Si tratta di uomini, donne e bambini, alcuni dei quali sono visibili ancora oggi nel luogo del rinvenimento, adibito a Museo, all’interno di teche di vetro. La mummia più antica risale a circa quattro secoli fa, mentre la più recente è del XIX secolo.

Alcuni dei corpi sono esposti anche nel Museo Anatomico dell'Università di Perugia.

Le salme, di colore giallastro, rivelano una mummificazione spontanea a seguito di un processo di essiccazione naturale che ha permesso la conservazione della pelle ed in alcuni casi anche di unghie, denti, orecchie, labbra, organi genitali, barba e capelli.

La mummificazione dei corpi e la loro conservazione lungo i secoli è stata favorita dalle condizioni del suolo (per la presenza di particolari microrganismi nel terreno della sepoltura) e dall'ambiente fresco e asciutto della cripta.

Per maggiori informazioni:

E-mail: info@mummiediferentillo.it

Recapito telefonico: 328 686 4226

Sito web:  http://www.mummiediferentillo.it/

Facebook: https://www.facebook.com/mummiediferentillo

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