Prima tappa del vostro itinerario è il Castello di Colmollaro, a circa 10 km da Gubbio dove, secondo la tradizione, il Sommo Poeta soggiornò. Il castello in pietra arenaria si apre alla vostra vista lungo la strada per Galvana e Serra Brunamonti, a sud est di Gubbio, circondato da boschi silenziosi e da una cinta muraria di forma poligonale lunga oltre 400 metri in cui numerose feritoie sembrano puntare come occhi la stretta valle circostante incisa dal torrente Saonda.
Il complesso difensivo un tempo faceva parte del feudo di una nobile famiglia eugubina, i Raffaelli. Uno dei suoi componenti, il conte Bosone Novello, ai tempi in cui era podestà di Arezzo (1315 e 1316-17), si narra avesse stretto amicizia con Dante, esiliato in quella città, e in seguito lo avesse ospitato nella sua fortezza. I due avevano lo stesso orientamento politico: erano ghibellini.
Secondo la tradizione letteraria il Sommo Poeta, padre della lingua italiana, scrisse a Colmollaro, intorno al 1318, una terzina dell’XI canto del Paradiso, dedicato a San Francesco, in cui descrisse anche il territorio che stai visitando: “Intra Tupino e l’acqua che discende del colle eletto dal beato Ubaldo, fertile costa d’alto monte pende (…)”.
È un particolare che rende più emozionante la visita al fortilizio medievale, anche se lo stato delle ricerche attesta che i primi documenti sul castello vero e proprio risalgono alla seconda metà del XIV secolo, periodo che pone dubbi sull’antecedente presenza di Dante nel luogo.
Comunque siano andati i fatti, il castello riesce a riportarvi a quell’epoca con il cupo e misterioso fascino della sua torre quadrangolare alta circa 20 metri, ancora intatta, a cui si aggiungono l’ampio cortile e il maschio composto da due piani, quello nobile per gli ambienti signorili, quello inferiore destinato ai magazzini.
Fa parte del complesso anche una minuscola chiesa dedicata all’Arcangelo San Michele, risalente al XII secolo, che conserva al suo interno pochi frammenti degli antichi affreschi.