Il “Raffaellesco” a Deruta
Un motivo decorativo diventato emblema dell’arte derutese e riconosciuto in tutto il mondo, che viene definito “Raffaellesco”.
Un motivo decorativo diventato emblema dell’arte derutese e riconosciuto in tutto il mondo, che viene definito “Raffaellesco”.
Il maestro urbinate, a sua volta, era stato ispirato per quel suo meraviglioso lavoro dalle cosiddette decorazioni “a grottesche”, termine coniato dagli uomini d’arte del XV secolo per definire i sistemi decorativi rinvenuti sulle pareti e sulle volte della Domus Aurea, il Palazzo di Nerone costruito a Roma tra il 64 e il 68 d.C., che ha segnato e influenzato, con la sua scoperta, l’iconografia del Rinascimento.
Le decorazioni dell’edificio furono definite “a grottesche” proprio perché, appunto, ritrovate dentro le grotte della domus imperiale.
Quando Raffaello e il suo collaboratore Giovanni da Udine esplorarono la Domus Aurea “restarono l’uno e l’altro stupefatti della freschezza, bellezza e bontà di quell’opere, parendo loro gran cosa ch’elle si fussero sì lungo tempo conservate”. Sono le parole dello storiografo e storico dell’arte Giorgio Vasari.
Fu proprio Raffaello a comprendere a fondo la logica di questi sistemi decorativi e grazie alla profonda conoscenza delle fonti letterarie e artistiche della classicità riuscì a ricreare l’antico senza dover ricorrere a un’imitazione passiva.
Ancora oggi la produzione derutese, celebre per i suoi arancioni, i blu, i gialli, racconta di quel tempo e di quello stile decorativo così versatile, fresco, “Raffaellesco”.
Cosa vuoi chiedermi?