Titolo: La Villa di Rufione a Giano dell’Umbria

La Villa di Rufione a Giano dell’Umbria

Nel territorio di Giano dell’Umbria vennero eseguite, fra il 1997 e il 2001, una serie di ricognizioni che portarono all’individuazione di una quantità inattesa di siti antichi, dalla fase preistorica a quella medievale. Lo studio attento del territorio permise di accumulare una ricca documentazione riguardante numerosi nuclei abitativi di piccole dimensioni di epoca romana, in stretta relazione con l’asse viario.

A partire dal 2003, si trovarono i resti di una grande villa romana, la cui presenza era già nota agli studi archeologici fin dal 1925 per il fortunoso ritrovamento, durante la coltivazione di un uliveto, di un dolio in terracotta e di un cippo in travertino con dedica ai Lari.

Il complesso, risalente nell’impianto originario all’epoca tardo-repubblicana, era esteso per intero su un’area di circa 7000 metri quadrati e disposto su una bassa terrazza affacciata sul diverticolo della via Flaminia, in un luogo panoramico e strategico, a metà strada tra l’antico centro di Vicus ad Martis (Massa Martana) e Mevania (Bevagna).

La villa fu attribuita, grazie al rinvenimento di un’iscrizione, a Gaio Iulio Rufione, figlio di un liberto del generale romano Gaio Giulio Cesare:

C IVLIO RVFIONI
NOBILIS L
(POSVIT)?

Rufione era probabilmente al servizio dell’imperatore durante la guerra civile alessandrina (48-47 a.C.); alla fine dello scontro, Cesare diede a Rufione il comando delle tre legioni che lasciò ad Alessandria come supporto alla regina Cleopatra, sua amante. Successivamente le legioni divennero quattro e nel 43 a.C. venne messo al loro comando Aulo Allieno.

La villa presenta una continuità d’uso fino al IV secolo d.C. con consistenti restauri in età Flavia. La vicinanza alla via Flaminia e il materiale finora restituito dalle indagini archeologiche suggeriscono una struttura costituita da più padiglioni, dei quali il principale e più importante potrebbe avere avuto il suo ingresso proprio nei pressi della via consolare. Lo scavo, infatti, ha portato alla luce 18 ambienti di cui 2 pertinenti ad un impianto termale, decorati con mosaici solo in parte conservati; ricco anche l’apparato decorativo parietale, di cui rimangono frustuli del rivestimento in marmo e affreschi.

I pregevoli reperti provenienti dalla villa romana di Rufione sono raccolti nel Museo Archeologico Antiquarium presso Montecchio e sono stati di fondamentale importanza per studiare la vita quotidiana all’interno della villa: frammenti di affreschi policromi e stucchi, balsamari in vetro, chiodi e reperti in ferro, monete, ma anche suppellettili in terracotta e anfore.

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