The Independent Republic of Cospaia

La Repubblica Indipendente di Cospaia

Cospaia, frazione del comune di San Giustino, nell’alta Valle del Tevere, nel XV secolo, nonostante le sue modeste dimensioni, divenne una Repubblica indipendente. Priva di esercito o prigioni, fu amministrata da un Consiglio degli Anziani e Capi famiglia e governata da un’unica legge, scritta ancora oggi all’ingresso della chiesa dell’Annunziata: "Perpetua et firma libertas" (Perpetua e sicura libertà).

Un singolare errore cartografico che ha modificato il corso della storia!

Tutto ebbe inizio nell’anno 1441 da un prestito in denaro concesso da Cosimo de’ Medici al pontefice dell’epoca, Eugenio IV; la Repubblica di Firenze ottenne in pegno il comune di Sansepolcro, e il confine dei territori ceduti fu stabilito nel torrente Rio. Tuttavia, a causa di una curiosa coincidenza, due torrenti chiamati allo stesso modo scorrevano a breve distanza l’uno dall’altro: Firenze scelse il Rio settentrionale (ora chiamato Gorgaccia) come confine, mentre i rappresentanti pontifici scelsero quello meridionale (oggi Riascone), lasciando di fatto i circa trecento ettari di terra tra i due fiumi, che coincidevano con il territorio di Cospaia, privi di sovranità.

Gli abitanti di Cospaia colsero immediatamente l’opportunità per dichiarare la propria indipendenza. Sia Firenze che lo Stato Pontificio accettarono di buon grado la creazione di un territorio neutrale, e nel 1448 entrambi ne ufficializzarono il riconoscimento.

Di là a poco Cospaia diventò non solo un simbolo di libertà, ma anche un’importante realtà legata alla storia di una pianta proveniente dall’America: il tabacco.

L’erba tornabuona

La Repubblica di Cospaia, dalla fondazione fino al 1826, mantenne un’indipendenza legislativa ed economica, che permise ai suoi cittadini di prosperare rapidamente, non dovendo sottostare all’imposizione delle tasse dagli Stati vicini e delle tariffe doganali sulle merci.

Alla fortuna dello Stato contribuì la coltivazione del tabacco: nel 1574 il vescovo di Sansepolcro, Alfonso Tornabuoni, ne ricevette alcuni semi da Niccolò Tornabuoni. Da allora l’“erba tornabuona", come venne presto soprannominata, iniziò a essere coltivata anche in questa zona.

A quel tempo il consumo del tabacco era proibito e nello Stato Pontificio vigeva la scomunica per chi ne avesse fatto uso.

Forse fu proprio il fascino della proibizione a far crescere enormemente il consumo di tabacco, consegnando a Cospaia, dove non esisteva l’obbligo di rispettare le leggi che vietavano determinati prodotti, le chiavi di una coltivazione che si rivelò estremamente redditizia.

La sua fortuna si mantenne per un altro secolo, durante il quale lo Stato, in virtù della sua autonomia legislativa, iniziò a diventare anche un rifugio per contrabbandieri e fuorilegge. Il sogno di libertà della repubblica iniziò a sfiorire a causa di un lento declino. Il colpo di grazia fu la liberalizzazione nel 1724 del consumo di tabacco nello Stato Pontificio con la conseguente tassazione di quello coltivato a Cospaia.

Il 26 giugno 1826 ebbe fine la Repubblica Indipendente di Cospaia; i quattordici rappresentanti firmarono un atto di sottomissione, dividendo il territorio tra Stato della Chiesa e Granducato di Toscana. In cambio ottennero una moneta d’argento per ogni abitante e il permesso di continuare la coltivazione del tabacco.

Dopo quasi due secoli dalla sua soppressione, ancora oggi l’ultimo fine settimana di maggio si tiene a San Giustino una rievocazione storica in grado di far rivivere la curiosa vicenda della Repubblica Indipendente di Cospaia, con numerosi appuntamenti che spaziano dall’enogastronomia a spettacoli e performance musicali e artistiche, convegni e momenti culturali.

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