Rocca Albornoziana fortress

La Rocca Albornoziana di Spoleto

Una delle primissime cose che si deve vedere, arrivando a Spoleto, è la Rocca Albornoziana che dal colle di Sant’Elia sovrasta buona parte della Valle Spoletana. La storia vuole che sia stato Papa Innocenzo VI a imporne la realizzazione, per ristabilire l’autorità della Chiesa. Dal 1309 infatti, il Papa e la Curia risiedevano ad Avignone e, in previsione di un rientro a Roma, fu affidato al cardinale spagnolo Egidio Albornoz il complesso compito di riportare l’ordine nei territori. Per la realizzazione della Rocca, caposaldo difensivo nel cuore dello Stato Pontificio, fu nominato, nel 1362, Matteo Gattapone da Gubbio, esperto di architettura militare. Il Cardinale, morto nel 1367, non ebbe modo di vedere l’opera completata; ciononostante la Rocca è da allora strettamente legata al suo nome.

Lucrezia Borgia la donna più affascinante del rinascimento italiano

Considerando l’esigenza di riportare ordine nella regione, la fortezza era stata pensata come strumento di controllo e difesa del territorio. Nella Rocca risiedevano i governatori della città, spesso scelti fra i parenti più stretti dei pontefici; tra questi la più nota è certamente Lucrezia Borgia, “assicurata” a Spoleto nel 1499 dal padre, Papa Alessandro VI (Lucrezia era anche sorella di Cesare, il famoso “Principe” del Machiavelli), che fece di tutto affinché non si ricongiungesse al marito Alfonso d'Aragona. Come dimostrano i numerosi stemmi pontifici che ornano gli ingressi, le torri e i due cortili, la Rocca nei secoli XV e XVI fu spesso visitata dai Pontefici che talvolta la elessero temporaneamente a residenza papale. Nel 1499 Nicolò V rimase alcuni mesi a Spoleto per sfuggire alla peste di Roma.

Un carcere... affrescato

La Rocca Albornoziana di Spoleto ha una pianta rettangolare di 130 x 33 metri e sei torri. Dal 1817 al 1982 venne utilizzata come carcere e soltanto dal 2007, in seguito a importanti restauri che hanno messo in luce numerose testimonianze pittoriche dal Trecento al Settecento, è diventata la sede del Museo Nazionale del Ducato di Spoleto.

Le sei torri

Ai vertici del rettangolo e metà dei corpi di fabbrica più lunghi si trovano sei torri. A Est si trova la Torre Maestra, la più alta, con a sinistra la Torre della Balestra e a destra la Torre Nuova. Nel lato occidentale si trovano invece la Torretta (o Torre del Tinello), la Torre dell’Acqua e quella del Forno.

Cortili, loggiati e saloni

All’interno della Rocca si trovano due cortili: il Cortile delle Armi, destinato ai soldati e il Cortile d'Onore, destinato ai governatori pontifici. Le due corti sono divise da un muro trasversale e collegate da un fornice affrescato all'epoca di Papa Gregorio XIII, come ricorda lo stemma al centro della volta. Sui lati sono anche rappresentate cinque città dello Stato Pontificio: il porto di Anzio, Perugia, Orvieto, Ripatransone, città delle Marche e Spoleto. Uscendo dal Cortile d'Armi si può salire verso il Loggiato Superiore, quindi al piano nobile dove si trova il grande Salone d'Onore nel quale i governatori del ricevevano gli ospiti e celebravano i banchetti. Eccoci dunque arrivati nella Camera Pinta, sulle cui pareti si svolge uno dei più importanti cicli di pittura profana degli inizi del XV secolo della regione, con scene d’amore tra immagini di caccia, pesca e storie di cavalieri.

Le altre rocche albornoziane in Umbria

Altre rocche di dominio furono erette si trovavano ad Assisi, Todi, Spello, Orvieto e Narni, città dominate da queste fortezze tanto maestose quanto austere.

INFORMAZIONI

Indirizzo

Piazza Bernardino Campello, 1, 06049 Spoleto PG

Orario di apertura

Tutti i giorni: 9.30-19.15 (ultimo ingresso 18.45)

Contatti

museoducatospoleto@sistemamuseo.it

0743-224952; 0743-223055

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