Con l'Unità d'Italia il complesso diventerà proprietà dello Stato, per poi passare a diversi privati fino al 1956, anno in cui La Fondazione Gaslini di Genova ne acquistò l'intero possedimento (1824 ettari).
Ancora oggi, ne è proprietaria.
COSA VEDERE
Il chiostro si compone di due livelli. Il primo, come scritto in uno dei capitelli, fu terminato sotto l’abate Oratore (1205-1222), mentre il secondo fu aggiunto negli ultimi decenni del XIII secolo. Tuttavia l’esistenza di un chiostro è già documentata dal 1195, e visto che per l’edificazione di quello attuale sono state utilizzate parti di colonne di recupero databili anche al IX-X secolo, è ipotizzabile la presenza di un chiostro più antico in precedenza.
La cripta è la parte più antica dell’attuale struttura abbaziale e risale probabilmente alla prima metà dell’XI secolo. In una nicchia della cripta sono presenti alcuni frammenti di un affresco databile all’inizio del Trecento che raffigurava probabilmente una Vergine col Bambino.
La sala del Capitolo era il luogo in cui i monaci si riunivano per dirimere le questioni importanti riguardanti la vita abbaziale. L’ambiente preserva ancora affreschi di rilievo attribuiti al pittore denominato “Maestro di Montelabate”, protagonista della pittura perugina di fine Duecento. In essi sono rappresentati: San Benedetto, una Vergine col Bambino, il committente inginocchiato, la Crocifissione con la Vergine e san Giovanni.
- La chiesa e i suoi altari quattrocenteschi
Tra la seconda metà del ‘200 e gli inizi del ‘300 fu costruita l’attuale chiesa, più grande e in posizione sopraelevata rispetto alla precedente. A navata unica, divisa in tre campate e con abside poligonale, ricalca il modello della Basilica Superiore di Assisi. Il portale e il rosone sulla facciata sono attribuiti alla bottega del “Maestro ricamatore”, così chiamato per la sua spiccata propensione alla ricchezza decorativa, che operò al portale della basilica inferiore di Assisi. Fin dal ‘300 la chiesa ospitò importanti dipinti di Meo da Siena e dei suoi seguaci oggi conservati alla Galleria Nazionale dell’Umbria. I due altari laterali, uno dipinto nel 1488 da Bartolomeo Caporali, l’altro attribuito a Fiorenzo di Lorenzo del 1492, rappresentano una Vergine col Bambino e Santi e una Crocifissione. I santi raffigurati, tra cui spiccano San Sebastiano e San Rocco, erano quelli abitualmente invocati contro la peste.