Nacque così, secondo la più tipica tradizione dell'Italia centrale, un vero e proprio agglomerato urbano formato da alcune decine di abitazioni addossate l'una sull'altra. Il borgo divenne il vero e proprio punto focale di un più vasto insediamento abitativo sparso tra il pendio e la piana di Spoleto.
Verso la seconda metà del Settecento, in seguito ad un violentissimo terremoto, il Castello venne progressivamente abbandonato. La popolazione, infatti, costruì fuori dalle mura le proprie case, usando le stesse pietre delle precedenti abitazioni ormai distrutte.
La chiesa di San Cristoforo, costruita posteriormente al Castello, fu in seguito intitolata a Santa Maria della Misericordia in virtù di un immagine miracolosa raffigurante la Madonna, custodita all'interno e illesa dai danni dei terremoti.