La località presenta un cospicuo patrimonio archeologico, per lo più in corso di musealizzazione, e risorse ambientali e naturalistiche altrettanto rilevanti, assai poco conosciute. La visita all'area archeologica trova essenziale complemento in quella dell'Antiquarium allestito nel trecentesco palazzetto del Podestà di Collemancio, e del Museo della Città e del Territorio di Cannara, dove sono ospitati vari reperti dall'area della scavo e del territorio comunale, che illustrano la storia del territorio municipale dalle origini all'età moderna.
Gli scavi hanno messo in luce un abitato racchiuso da una cinta muraria, in parte visibile nel settore occidentale del pianoro, con un impianto urbano strutturato sull'asse viario che collegava Urvinum Hortense con Mevania (Bevagna) e Vettona (Bettona). Lungo il suo tratto lastricato, riemerso al centro del pianoro, si affacciava un tempio di cui è visibile il podio rettangolare (23,80 x 17,80); l'edificio, datato al II secolo a.C. è stato realizzato utilizzando come unità di misura il piede romana, corrispondente a 29,64 cm.
Nel settore nord sono visibili le imponenti rovine di una cisterna e il vasto complesso termale esteso su una superficie di oltre 400mq, da cui proviene il ricco pavimento a mosaico policromo con scene nilotiche, staccato al momento del rinvenimento oggi ammirabile nel Museo della Città e del Territorio di Cannara. Con l'abbandono dell'insediamento nell'Alto medioevo, fra il VI e il IX secolo vi sorse una pieve, la chiesa di Santa Maria de Orbinum (di Urbino), costruita reimpiegando materiali prelevati dal vicino tempio.