Nei primi giorni di gennaio l’uva veniva torchiata ed il mosto era messo a riposare in caratelli di legno dove le ”madri”, lieviti selezionati naturalmente, erano in grado di fermentare i mosti ad altissimo tenore zuccherino. Solo dopo tre, quattro e talvolta più anni veniva travasato in bottiglie, damigiane o caratelli realizzati con legno di ginepro.
Il Vinosanto si presenta con colore ambrato, spesso, tendente al marrone, dal gusto inconfondibilmente dolce con spiccata acidità e grandissima persistenza. Il bouquet è molto intenso, speziato, con sentori di cuoio e liquirizia; ma la cosa che lo rende unico è l’aroma di tabacco Kentucky. Non un vino da bere ma da degustare, accompagnato secondo la tradizione, al dolce tipico del territorio: il Torcolo.
Non è ancora possibile commercializzare il Vinosanto Affumicato dell’Alta Valle del Tevere poiché non ci sono ancora dei veri e propri produttori; ma grazie a Slow Food si sta creando un Consorzio di tutela affinché abbia un riscontro sul mercato e sia reperibile per l’utilizzo da parte di chef o ristoranti.
Intanto non mancare di assaggiarlo nelle cantine dei produttori (consorzio del Vinosanto Affumicato dell’Alta Valle del Tevere) che hanno aderito al progetto e che saranno lieti di farti conoscere questo prodotto eccellente e prelibato, dall’inconfondibile retrogusto affumicato, accompagnato dal torcolo o dai “crostini briachi” immancabili nelle particolari occasioni di festa nelle tavole dei tifernati e della gente altotiberina.