Rock of Polvese Island

Isola Polvese e la sua rocca

Incastonata nel lago Trasimeno, l’Isola Polvese è la più grande delle sue tre isole. Custodisce un autentico tesoro fatto di monumenti storici e paesaggi naturali.

Per raggiungerla, i visitatori possono salire a bordo di uno dei regolari traghetti che partono da Castiglione del Lago e da San Feliciano.

Una volta sull’isola, è possibile esplorarla a piedi attraverso strade sterrate che attraversano oliveti e lecceti, costeggiando canneti lacustri, tra cui è possibile vedere folaghe e aironi. Consigliamo di dedicare almeno mezza giornata alla visita della sua rocca, della Piscina Porcinai, del monastero di S. Secondo e della chiesa di S. Giuliano per poi godersi una pausa gastronomica, con una meravigliosa vista del lago, con un pic-nic in una delle aree appositamente attrezzate in prossimità della spiaggia o presso le strutture di ristorazione.

L’isola rappresenta un esempio di gestione ambientale secondo criteri di sostenibilità e dal 1995 è un parco didattico-scientifico nell’ambito del Parco Regionale del Trasimeno. Per gli amanti della cultura, è nota per il festival scientifico “L’isola di Einstein”.

Chi deciderà di lasciare l’isola al calare del sole con uno dei traghetti serali potrà godere di un tramonto emozionante, ormai famoso tra i turisti, tra il rosso del cielo e del lago e uccelli che si alzano in volo.

La storia dell’isola Polvese

L’isola fu frequentata dagli Etruschi e abitata dai Romani, come testimoniato da alcune evidenze archeologiche. La più significativa è l’esempio di muri in Opus Reticolatum, che si può ammirare di fronte alla Chiesa di San Giuliano.

L’origine del nome “Polvese” è fatta risalire all’epoca etrusco-romana, dalla storia mitologica dell’amore tragico tra la ninfa Agilla e il principe Trasimeno, che si racconta giacciano nel fondo del lago avendo l’isola come cuscino (“pulvinar”), o più probabilmente dalla parola “polvento”, che indica una zona di navigazione riparata dal vento.

Nel Medioevo passò sotto la protezione del Comune di Perugia, per decisione dei suoi circa 500 abitanti, e fu costruita la famosa Rocca. Questa comprende cinque torri collegate da un camminamento e una sesta torre, che in passato dava accesso diretto al lago.

Venne costruita a mero scopo difensivo per la popolazione; non aveva, infatti la struttura di una residenza signorile, anche se per un breve periodo, prima dell’occupazione da parte del Granducato di Toscana del 1643, fu sede del governatore del lago.

Era usata come presidio militare e rifugio a difesa sia della popolazione, sia dei monaci Olivetani insediati nell’isola. Ancora oggi, nel mastio, sono visibili le caditoie usate per difendersi dagli assalitori gettando, magari, olio bollente, com’era uso al tempo.

Nel XVII secolo, l’isola andò incontro a una fase di declino: la malaria e il clima umido costrinsero i monaci olivetani a lasciare il monastero ancor prima dell’occupazione del 1643 da parte delle truppe del granducato di Toscana.

Numerose strutture vennero distrutte e l’isola Polvese, che contava ormai un numero esiguo di abitanti, cominciò a passare di proprietà a diverse famiglie nobiliari. Nel XIX secolo il conte Pianciani di Spoleto vi creò una riserva di caccia ricca di fagiani e lepri, organizzando battute di caccia a cui partecipava tutta la nobiltà umbra e romana. Nel 1939 il nuovo proprietario, Biagio Biagiotti, edificò diversi fabbricati e piantò i suoi numerosi olivi.

Oggi è “Oasi di protezione faunistica”, di proprietà dell’amministrazione provinciale di Perugia.

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