Il Filet a Modano di San Feliciano sul Lago Trasimeno
San Feliciano è una suggestiva frazione nel comune di Magione, la cui storia è strettamente intrecciata con le acque del lago Trasimeno sul quale si specchia. Qui hanno vissuto per secoli generazioni di pescatori, le cui abilità non riguardano solo la pesca, ma anche la creazione delle reti attraverso una particolare tecnica di intreccio di un filo, realizzata grazie all’utilizzo di un ago o spola chiamata modano.
Un sapere diffuso anche in altre zone a vocazione ittica o meno, che proprio a San Feliciano ha dato origine a una pratica in grado di coniugare due antiche tecniche di lavorazione afferenti a due ambiti apparentemente lontani: la creazione di una rete da pesca e il ricamo.
L’inizio di questa lavorazione risale alla fine dell’800 con l’arrivo della signora Andrianna Massaria, nata in Veneto e moglie di Anselmo Cesaroni, fondatore nel 1913 della scuola piloti di idrovolanti di San Feliciano. Amica della Marchesa Guglielmi di Isola Maggiore, che aveva introdotto e insegnato alle donne isolane anche la pratica del pizzo Irlanda, nel 1890 cominciò a insegnare a un gruppo di donne del paese, moglie e figlie di pescatori e dunque abili ad aggiustare le reti da pesca utilizzate dagli uomini del posto, l'arte del ricamo su rete.
Con il tempo questa tecnica si è affinata e intorno alla metà degli anni ’90 a San Feliciano è nata una vera e propria scuola, mantenuta in vita grazie alla passione di un gruppo di donne del posto, a cui si è aggiunto anche un pescatore, abile sia nel realizzare che nel ricamare la rete a modano, tanto da creare vere e proprie opere d’arte a filet, come la tovaglia che ha poi donato alla Chiesa di Poggiodomo, paese natio della moglie, realizzata in due anni di lavoro.